Petrolio: la Shell incontra i giornalisti sul progetto “Monte Cavallo”
Atena Lucana – Non verrà effettuato alcun tipo di trivellazione da parte della Schell senza il consenso del territorio. Se invece arriveranno le autorizzazioni, l’attività esplorativa da parte della Shell sarà svolta nei comuni che ricadono nell’area contigua.
A precisarlo sono stati questa mattina nel corso di un incontro con la stampa i rappresentanti della Shell Italia. Il campo di azione pertanto si restringe a tre comuni, Atena Lucana, Sala Consilina e Padula. Ad incontrare i giornalisti sono stati la geologa Katia Grassi, la responsabile dei rapporti tra la Shell ed il Governo Franca Mazzatorta e l’addetto ai rapporti con la stampa Domenico Ciancio.
“Questo incontro – hanno sottolineato all’unisono i tre rappresentanti del colosso dell’energia – è stato voluto per fare chiarezza sul progetto Monte Cavallo e per spiegare in maniera chiara in cosa consiste l’attività che eventualmente andremo a svolgere nei comuni interessati dal progetto di ricerca di idrocarburi”.
Quello che doveva essere un incontro conoscitivo si è poi trasformato in un dibattito al quale hanno preso parte anche alcuni rappresentanti dei comitato sorti per dire “no” al petrolio nel comprensorio. La dottoressa Torti ha precisato che attualmente sul territorio la Shell non sta svolgendo alcuna attività. “Fino a quando l’UMIG (Ufficio Nazionale Miniere) – ha spiegato – non ci rilascerà il permesso al termine dell’iter che coinvolge anche la Regione, noi non inizieremo alcuna attività e ci sono casi in cui le autorizzazioni necessarie sono arrivate anche dopo 5 anni”. L’iter ha dei tempi lunghissimi perchè in seguito alla prima VIA rilasciata dalla Regione partirebbe l’attività esplorativa che nel caso del Vallo di Diano che “si limiterebbe ad una mappatura – ha spiegato la geologa Katia Grassi – del territorio per capire in base a dati già esistenti se c’è idrocarburo nel sottosuolo e non è detto che poi si proceda oltre perchè statisticamente solo in un caso su otto ci sono le condizioni che permettono anche alla luce di una valutazione economica di procedere alla perforazione e non è detto che nel Vallo di Diano queste condizioni ci siano”.
Dopo questa prima fase è poi necessaria una nuova VIA per poter investire in un pozzo petrolifero. Nel corso della discussione sono state poste domande anche sul rischio di inquinamento che potrebbe essere causato dalle perforazioni e sul rapporto che c’è tra l’attività di estrazione petrolifera ed i terremoti. La dottoressa Grassi ha spiegato che nell’attività di perforazione vengono utilizzati dei fanghi naturali e nessuna sostanza “anomala” invece per quanto riguarda l’attività sismica non vi è alcuna relazione tra la stessa l’attività di estrazione petrolifera.
Al link l'intervista su Italia2Tv.







