Tantalo. Petrolio, politica e responsabilità
Riflettendo su alcune incondivisibili dichiarazioni dell’associazione AIV o meglio del suo legale rappresentante pensavo a Tantalo, alla sua punizione e al concetto di responsabilità. Come ben sapete, non è un personaggio originario di Sassano, bensì il mitico re Lidio figlio di Zeus e della ninfa Plute, antico progenitore degli atridi.
Vi direte che c’entra mò Tantalo con la responsabilità e soprattutto co’ Sassano!? Provo a spiegarmi. Questo re chiese ed ottenne una vita simile a quella degli dei. Si macchiò di vario delitti (imbandì le carni del figlio Pelope in un convito divino, rubò il nettare e l’ambrosia degli dei, rapì Ganimede) e fu pertanto severamente punito. Secondo la versione più famosa della punizione (quella omerica) Tantalo è un vecchio immerso in un laghetto sopra le cui rive pendono frutti che egli non arriva a prendere ed è pertanto condannato alla fame e alla sete. La fortuna ha una ratio tutta sua e nel caso del petrolio pochi beneficiari. Quella che viene descritta dall’AIV, o meglio dal suo legale rappresentante, come una opportunità è invece a ben guardare una posizione irresponsabile. Poiché non tiene in considerazione né le giovani generazioni, né quelle che verranno dopo. Generazioni che (nel disegno dell’AIV) avranno ancora una terra ma non potranno nemmeno ricavarci due patate salubri e quindi saranno obbligate a vivere la punizione di Tantalo. Un imprenditore può anche essere disattento su tale questione. Non invece un politico. E ad onor del vero il legale rappresentante dell’AIV parla di politica e si propone come lungimirante politico solo nelle vesti di imprenditore.(!) Paradosso che meriterebbe più di qualche riflessione. Ma andiamo avanti. Due parole sulla responsabilità e sulla sua applicazione passata in questa terra.
Per esercitare responsabilità politica, infatti, non mancavano né cultura né progetto; mancava (è mancata a lungo) convinzione e volontà; perché anzi la convinzione più influente (e distruttiva) è stata quella opposta: non abbiamo, si diceva, niente di peculiare da affermare come comprensorio, a nessun livello della realtà; dobbiamo solo scegliere nelle/tra le politiche comunitarie, scegliere eventualmente secondo un (problematico) criterio di selezione della loro conformità ultima al disegno che la regione Campania tratteggiava. Duplice errore. Anzitutto nel dimenticare che l’articolazione del “disegno” avviene in una tessitura territoriale razionale aperta ai saperi pratici-politici e capace di fondarli e poi, nell’avere sottovalutato l’impianto antagonista (allo sviluppo agro-turistico) delle culture politiche razionali cui si dava fiducia. Non sono mancate resistenze interne a questa nostra deriva, e ad esse dobbiamo gratitudine ma, in maniere diverse, siamo stati incapaci a lungo di prendere in mano, da protagonisti anzitutto, la nostra stessa condotta pubblica e su questo fondamento ritrovare una certezza di ruolo nella politica nazionale ed europea.
Detto ciò, servendomi di un po’ di sarcasmo, passo a parafrasare un “noto sociologo” del Vallo di Diano Il Dott. Franco Iorio e con ciò arrivo al nocciolo della questione. “Il nostro gruppo operativo volontario no trivellazione l’esercito del NO” in s.p.e. (servizio permanente effettivo), che tante giovani energie sta dispiegando per tutelare questa terra, aveva messo in conto una risposta ai vari “articoletti” mirati a sminuire, ridicolizzare, schernire e demonizzare il nostro “NO”. Ma poi il tempo a disposizione è stato impegnato per le cose serie. Quelle che meritano quel dispiego di passione e emotività che checché ne dicano i nostri “novelli sociologi” è la base di tutto il vivere sociale (sono a tal proposito sempre più persuaso che su cose di cui non si conosce abbastanza, converrebbe tacere!). E dunque ci siamo astenuti anche noi da malevoli commenti.
Ora però è arrivato forse il momento di chiarire due cose: la prima ha a che vedere con le giovani energie di cui parlavo. Queste sensibilità, hanno dalla loro parte la genuina e autentica voglia di vivere in questa terra e contribuire di fatto al suo reale sviluppo. Invece sempre più dall’altra parte vediamo obsoleti anziani (che si vestono dei panni dei saggi), figuri che pretendono di fare ancora opinione e che ottengono risultati modesti, anche se tenacemente coltivati.
La seconda è che non è semplice reazione istintiva la nostra. A supporto del “No” c’è una grossa mobilitazione fatta di passione e competenze, di incontri, tavole rotonde e convegni. Ma soprattutto riempita di un contenuto principale: la politica riguardo le vocazioni territoriali deve essere responsabile, capace di dare risposte e non cambiare le domande.
Invito perciò a nome del Comitato “No al petrolio nel Vallo Di Diano”, tutti i signori de fronte del “SI” (il Sig. De Maio, il Sig. Bellomo, il Sig. Iorio, il Sig. Scialò, il Sig. Fortunati e il ragioniere Di Brizzi) a partecipare all’incontro informativo di domenica 18 marzo, ore 17:30, auditorium comunale, Atena Lucana scalo, al termine del quale vi sarà un dibattito. Gli occhi sono inutili solo le orecchie necessarie. Cosa voglio significare? Di confrontarsi de visu su tali faccende. Di ascoltare le parole di giovani pieni di passione e parlare con loro giustificando le ragioni di un “si” irrimediabilmente devastante per la nostra terra.
Non nascondiamoci dietro gli schermi dei nostri portatili.
Otre al prezioso contributo del Prof. Ortolani, chi ha frequentato un po’ i vari incontri e i consigli comunali si sarà senz’altro reso conto della presenza di numerosi elementi di analisi, di indagine, di ricerca e soprattutto di diverse buone ragioni per dire no.
A chi invece se ne stà tranquillo e sicuro dietro al sua scrivania il “NO” appare poco plausibile, sbrigativo, imprevidente così come appare mostruosa e insolita l’emotività nelle questioni sociali.
Comitato No Petrolio nel Vallo Di Diano







