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Agropoli, l’amministrazione Alfieri festeggia 1 anno di attività

📅 22/06/2008 · 📰 ComuniAgropoli

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Un grande corteo partito dal Municipio e diretto verso il Castello di Agropoli e una festa in piazza con cantanti e ballerini: ha celebrato così l’amministrazione agropolese di Franco Alfieri il suo primo anno di vita nonché l’acquisto dello storico monumento cilentano.

La sfarzosa manifestazione inizia alle 19:00 di fronte a Palazzo di Città. Il cerimoniere del comune Ottavio Moretto, con in mano le chiavi del Castello, precede a passo svelto il lungo corteo, seguito da un ordinato gruppo di trombettieri di Cava dei Tirreni, dalla banda musicale di Agropoli e dall’amministrazione comunale in gran completo. La sfilata raggiunge la piazza passando per Viale Europa e si indirizza lungo via Patella, la via degli Scaloni, dove i pistonieri cavesi fermano il corteo ed effettuano i primi spari. Fumo e rumore, poi il corteo continua e dopo pochi minuti arriva al Castello, arricchito nei pressi del ponte di un’eloquente bandiera tricolore.

La gente c’è, è accorsa. Ma certo non straborda. Le sedie che si trovavano nelle grosse gradinate di fronte al palco non ci sono più, sono state tolte ormai da giorni. Ma ci si siede comunque. O si sta in piedi. Qualche turista in visita al centro storico ha seguito incuriosito il corteo ed è entrato nel maniero, cominciando a visitare i sotterranei e la sala dei Francesi: ha azzeccato il giorno giusto per far tappa ad Agropoli…in altri giorni avrebbe potuto vederlo solo da fuori, il famoso Castello.

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Dopo la presentazione dell’addetto stampa del comune Giuseppe Feo, prende subito la parola il sindaco Alfieri: “E’ una coincidenza felice questa che vede celebrati insieme la festa per il primo anno di amministrazione e il corteo simbolico di acquisto del Castello. Noi abbiamo avuto il coraggio di fare ciò che molti altri non hanno fatto, riconsegnando al patrimonio pubblico un bene di assoluto valore storico, culturale e sociale. L’acquisto del Castello era nel nostro programma elettorale, a dimostrare che noi le promesse le manteniamo, e le manterremo anche in futuro”.

Ma nel discordo del sindaco c’è spazio anche per una breve risposta ai manifesti che parte della minoranza di centrodestra (i consiglieri di FI Pesca e Malandrino) ha affisso per la città: “è vero, l’ex viceministro Rutelli ci aveva lasciato intendere una disponibilità del suo ministero dei Beni Culturali all’acquisto del Monumento. Ma noi fin dall’inizio avevamo messo in conto di poterci fidare solo delle nostre forze e della nostra volontà, dunque la caduta del governo e l’allontanamento di Roma da questa iniziativa non ci ha spaventato. L’opposizione ci accusa di aver creato un forte debito, ma il nostro è semmai un investimento, non un debito. I cittadini sono ben lieti di contribuire nei limiti del possibile a realizzare obiettivi che per primi desiderano, anche se, sia chiaro, questo acquisto non indebolirà affatto le loro tasche”. Infine chiarisce sul ruolo della STU: “per comprensibili motivi riguardanti il patto di stabilità, abbiamo deciso di utilizzare un modo totalmente legale per effettuare il contratto di compravendita, ovvero rendere acquirente la Società di Trasformazione Urbana, della quale però il Comune possiede il 100 % e continuerà a possederlo”.

Dopo il discordo di Alfieri la parola passa all’avv. Francesco Barone, che della STU è presidente: “siamo felici e orgogliosi di aver contribuito a questo entusiasmante risultato. E’ un’iniziativa certo coraggiosa e ambiziosa ma che abbiamo voluto compiere per il bene collettivo”.

Nell’entusiasmo si nota però una rumorosa assenza: l’architetto Dente, proprietario del Castello, che avrebbe dovuto consegnare di sua mano le chiavi simboliche al Sindaco, non è presente. “Un malore improvviso”, spiega il presidente della STU. Ma forse ha preferito di sua volontà tenersi lontano da questo spettacolo, dalla scena inesorabile di un pezzo di vita che se ne va. Del resto fra tanta contentezza sarebbe stato l’unico a sorridere forzatamente: ancora per quattro mesi potrà dormire nella casa che da trent’anni è sua, ma ormai è fatta. E così la grossa chiave di ferro Barone e Alfieri se la prendono da soli. Fra gli applausi.

Finita la cerimonia politici e civili lasciano di nuovo il castello, tornando in piazza in ordine sparso per la vera e propria festa. Ad attenderli c’è il grande palco che affianca l’aiuola. Il bravissimo attore Pierluigi Iorio, della Compagnia “Il Sipario”, è stato chiamato a vestire i panni del presentatore, e senza smentire la sua vena principale apre la serata con una battuta: “mia moglie ha sentito i forti spari e mi ha chiamato preoccupata: ma il Castello siete andati a comprarlo o ad attaccarlo?”.

Intanto nella piazza si distribuscono i depliant che illustrano i risultati e i cantieri del primo anno di amministrazione: “Concretezza, anno uno” si intitolano, riportandosi idealmente al fortunato slogan della campagna elettorale della coalizione vincente: “con me, per 5 anni di concretezza”. Come sempre, grafica impeccabile e piacevole e, in copertina, uno scorcio del Castello.

Prima delle esibizioni degli artisti prendono la parola dal palco solo il Presidente del Consiglio comunale Agostino Abate e il Sindaco Alfieri. Sullo schermo le immagini di Agropoli e dei suoi mille cantieri. “Il nostro sindaco non ha mai abbandonato il suo ufficio e il suo lavoro” esordisce lodante Abate. Che ricorda come la giunta in carica abbia “sanato 22 debiti fuori bilancio contratti negli anni passati e si sia resa protagonista di innumerevoli provvedimenti e lavori”. Il Sindaco gli fa eco citando i tanti progetti e appalti che l’amministrazione può vantare in questo primo anno di vita: la palestra coperta al Moio, il progetto di miglioramento della tendostruttura, la sistemazione della rete idrica, la massiccia pavimentazione stradale, i lavori in via Diaz, il progetto del nuovo Oratorio, la via del mare, il cineteatro di 800 posti alla Fornace, fino alla nuova Casa Comunale e agli 8 milioni ricevuti per il Porto. “Mi hanno chiamato Franco Asfalto” ricorda Alfieri: “ma anche l’asfalto è necessario quando migliora una città rendendo più efficienti reti, strade, collegamenti. L’asfalto nel campo sportivo del centro è stato assolutamente indispensabile, e comunque ci siamo mossi immediatamente per i lavori al campo sportivo Guariglia e non solo”. “Le cose quando si possono fare si devono fare” continua il primo cittadino. “Noi abbiamo dato una svolta alle tante chiacchiere fatte in questi anni”. E dopo aver ricordato il più grande evento dell’estate agropolese, ovvero il concerto di Jovanotti del 14 Agosto, il sindaco chiude il suo discorso dicendo che lui resterà sempre fra la gente per ascoltare, capire, spiegare: “a stare fra i cittadini magari si sentono più critiche e malumori. Ma io preferisco avere qualche critica e stare in mezzo a voi sempre di più”.

Assessori e consiglieri si allontanano così dal palco, e lo spettacolo inizia.

Le prime ad esibirsi sono le “Odalische di Jamila”, corpo di ballo di recente formazione guidato dalla danzatrice del ventre Jamila. Segue poi un’esibizione di Valentina Montone, conosciuta ad Agropoli come ballerina ma che per l’occasione sfodera la sua sicura voce cantando tre pezzi di musica italiana: Almeno tu nell’universo di Mia Martini, E dimmi che non vuoi morire di Patty Pravo e Grane Grande Grande di Mina. La ragazza approfitta dell’occasione per ricordare Debora Radano, la giovane ragazza di Ogliastro che ha commosso tutti perdendo la vita in un tragico incidente di moto.

Seguono poi i balli degli allievi della scuola di danza Floppy Dance di Floriana Incagliato, un’esibizione del cantante Fulvio Stabile (che canta Sally di Vasco Rossi e un medley di canzoni napoletane) e due balletti della Terry dance, la danza di Teresa Marino della scuola Dimensione Danza di Nunzia Forlano. E’ solo dopo queste esibizioni che sale sul palco Paola Salurso, la più celebre cantante agropolese. Ancora una volta l’artista, finalista nella scorsa edizione de I Raccomandati di Carlo Conti, regala volentieri ai suoi concittadini la suggestione della sua voce e la tradizione di perle insuperate come Fenesta Vascia.

La festa della “concretezza” termina poco più tardi di mezzanotte, dopo aver siglato quasi definitivamente un desiderio di moltissimi cittadini e aver mostrato loro i frutti di un anno di lavoro. I comizi in pompa magna della campagna elettorale e la festa faraonica per la vittoria dell’anno scorso sono stati solo di poco più grandi.

Ma la voglia continua di stupire la gente con le grandezze di colori e suoni rischia comunque di oscillare visibilmente fra l’essere un positivo laccio che lega politica e cittadini e l’essere invece una cultura di consenso che ha l’inevitabile sapore di una campagna elettorale perenne. Noi ci auguriamo che il pendolo penda sempre più dalla parte giusta, fino a fermarsi laddove conviene.

Fonte: infoagropoli.it

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