VALLO DELLA LUCANIA MUSEO DIOCESANO
di Marisa Russo | Blog“SEICENTO SACRO”: ESPRESSIONI ARTISTICHE DALLA PASSIONE ALLA RESURREZIONE
INAUGURAZIONE MARTEDI’ 24 ore 10,30
Introduce la Mostra di opere artistiche pittoriche sulla passione e resurrezione, un dipinto che rappresenta il Mito di Prometeo incatenato, soggetto a sofferenze eterne, espressione dell’uomo di sempre limitato, succube dei suoi dolori e prigionìe, nella sua condizione materiale. Quindi dal Mito si giunge alle rappresentazioni di Cristo che solleva l’umanità dalle sue angosce con la visione di un oltre di luce eterna. L’Arte in particolare del seicento, con la sua ricerca d’assoluto, la sua drammaticità, la sua impostazione spesso teatrale, ebbe un forte legame con la Chiesa. Con i suoi giochi di ombre e luci ben rende spesso il contrasto tra materia ed anima, ovvero tra scuro e luce, auspicando a volte ad un’armonia. La Mostra, curata da don Gianni Citro, raccoglie opere di collezioni private ed è visitabile sino al 25 maggio. Sponsorizzata dalla Banca del Cilento e Lucania Sud, sarà presentata con il curatore dal Presidente della citata Banca l’avvocato Francesco Castiello e dal Sindaco di Vallo, dottore Antonio Aloia. Condurrà l’incontro don Valeriano Pomari direttore dell’Ufficio Diocesano Comunicazioni. Interverranno Giovanni Festa docente dell’Università della Calabria, Rosanna Romano storico dell’Arte ed il direttore del Museo Diocesano, Monsignore Carmine Troccoli. Concluderà il Vescovo S.E. Monsignore Ciro Miniero. La Chiesa a lungo committente di tante opere di argomento religioso, ben cosciente dell’importanza delle Arti Visive per la comunicazione immediata ed emotiva verso la maggioranza, ha favorito e sostenuto gli artisti che, pur se operavano su richieste specifiche, al di là delle immagini del culto, con interventi pittorici creativi comunque esprimevano anche il loro sentire. Non possiamo non ricordare di tale secolo il pittore cilentano, allievo di Luca Giordano, di Piano Vetrale di Orria, Paolo de Matteis, detto Paoluccio della Madonnina. Così come, nell’attesa di visitare questa interessante Mostra, ricordiamo lo spagnolo Jusepe de Ribera che visse ed operò a lungo a Napoli. Nel suo sentire libero intercalava con grande bravura ed emotività scene del culto religioso con richiami alle vite umane sofferte, alle malformazioni, agli emarginati, attento alle denunce sociali ed ai richiami spirituali. Oggi forse deve essere recuperato un maggiore rapporto tra Chiesa ed Artisti, come ben evidenziò Papa Giovanni Paolo II, nella sua lettera agli artisti, “ogni autentica intuizione artistica va oltre ciò che percepiscono i sensi e, penetrando la realtà, si sforza di interpretare il Mistero nascosto”…“ogni forma autentica d’Arte è, a suo modo, una via d’accesso alla realtà più profonda dell’uomo e del mondo”, necessita”…”..si realizzi una nuova alleanza con gli artisti. La Chiesa ha bisogno dell’Arte. Essa deve infatti rendere percepibile e anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell’invisibile, di Dio.” Necessita, credo, un rapporto diversificato, più maturo e libero nell’epoca attuale, ovvero dovrebbe svilupparsi un’Arte di Fede, oltre l’Arte sul Culto. Non posso non ricordare la Mostra che ideai ed organizzai per l’inaugurazione del Museo d’Arte Sacra del Duomo di Napoli, che intitolai “Arte di Fede, non solo di Culto”- Alla mia presentazione, alla presenza di all’epoca Cardinale Corrado Ursi, mentre con audacia proponevo questa impostazione attendendo poi timorosa la sua riflessione, constatai con grande ammirazione che egli, ricordando d’essere stato da giovane insegnante d’Arte, dichiarò di considerare le mie osservazioni e l’iniziativa di grande interesse e condivisione. Situazioni contingenti non resero poi possibile la continuazione di altre iniziative su questo cammino. Tuttora l’Arte di Fede, libera espressione di spessore spirituale, continua ad essere molto poco praticata ed invece molto auspicabile, per avvertire ”l’eco di quel mistero della creazione a cui Dio, solo creatore di tutte le cose, ha voluto in qualche modo associarvi” (Giovanni Paolo II), ovvero ha voluto associare i veri artisti!
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Opera di Paolo de Matteis







