SALERNO: 25 APRILE_ CHIEDIAMO RISPETTO PER TUTTI COLORO CHE COMBATTERONO IN BUONA FEDE RICONOSCENDO DOV’ERA LA GIUSTA CAUSA
A Roma una canzone maltrattata di Guccini è dedicata ai ragazzi di Salò, a Salerno, invece, un manifesto ufficiale di Cirielli li utilizza per celebrare quanto è di più lontano dalla vittoria della Verità
L’altro giorno alcuni “anonimi” hanno tappezzato i quartieri di Roma con manifesti che, prendendo spunto dalla canzone di Guccini “La locomotiva”, così recitavano: “Gli eroi son tutti giovani e belli- ai ragazzi di Salò”. Immediatamente il noto cantautore si è risentito perché “la sua canzone non è stata compresa, ma maltrattata”, ribadendo ancora una volta che la commemorazione del 25 aprile va rispettata come tale, ossia “la Festa della liberazione per la riconquista della libertà oppressa da venti anni di fascismo e di violenza”. I revisionismi, posti in essere in questa occasione negli ultimi anni vedono Guccini nettamente contrario, perché “tra quelli di Salò ci sarà stata anche gente in buona fede, ma sicuramente dalla parte sbagliata” strumentalizzati da “il colpo di coda disperato del regime fascista, di chi aveva ormai l’acqua alla gola e sapeva di averla”. ( La Repubblica).
A tal proposito vorrei raccontare un episodio occorso ad una mia amica partigiana, Teresa Mattei, che vive in Toscana, a Lari(Pi). Del suo pregnante impegno nella lotta di liberazione dal nazifascismo, in qualità di comandante di compagnia, riconoscimento dedicato a pochissime donne, ricordo un racconto in particolare, denso di vibranti emozioni, che ho avuto modo di ascoltare direttamente dalla sua voce. “Era stato catturato dai partigiani un giovane ragazzo, militante nelle truppe della Repubblica di Salò, ed io mi offersi di assisterlo in cella. Di fronte alle tante domande, postemi sul motivo della mia scelta di stare dalla parte opposta alla sua, io ebbi modo di spiegargli le nefandezze del regime fascista e di una guerra fratricida, insensata ed ingiusta. Alle mie parole le sue mani si intrisero di lacrime ed è così che lo lasciai andare incontro alla notte. Ma, non riuscì a superarla, perché, gravato dal peso di responsabilità non proprie, si suicidò. Quegli occhi, bramosi di verità, li ricordo ancora a distanza di tanti anni”.
Maddalena Robustelli







