VALLO DELLA LUCANIA_ INSTALLAZIONI MODERNE AL MUSEO DIOCESANO
di Marisa Russo | BlogINSTALLAZIONI MODERNE DI RICHIAMO AL SOCIALE NELLA MOSTRA D’ARTE SACRA
VENERDI’ 27 ore 10,30_ CONFERENZA: L’ARTE DI GIOVANNI DA NOLA NEL CILENTO
La Mostra “Seicento Sacro”, visitabile sino al 25 maggio tutti i giorni dalle ore 9 alle 13 tranne la domenica, al museo Diocesano di Vallo della Lucania è stata inaugurata con vasta affluenza di pubblico interessato, tra cui alunni del Liceo Scientifico. Il direttore del Museo, Monsignore Carmine Troccoli, ha anche evidenziato l’importanza dell’instaurato rapporto tra le diocesi di Vallo della Lucania e di Teggiano_Policastro che ha favorito la realizzazione di tale evento. Sottolineata dal Sindaco Antonio Aloia l’importanza dell’Arte nella formazione degli individui e quindi per la migliore qualità della società. Don Valeriano Pomari, Responsabile delle Comunicazioni, ha coordinato i vari interventi, ha concluso il Vescovo S.E. Ciro Miniero. La visita alle opere è stata condotta dal parroco di Marina di Camerota, in una suggestiva, soffusa atmosfera che esaltava le importanti opere pervase di ombre e luci. Hanno colpito in modo particolare, per la novità in tale contesto, alcune moderne installazioni che hanno condotto dal passato al presente, dall’oltre alle problematiche sociali. Un vero coinvolgente mezzo che, oltre ad esaltare la comunicazione emotiva ed evidenziare il legame simbolico tra l’Arte e la realtà’, ha rivelato un’impostazione moderna ed efficace della Chiesa.
Il “Cristo portacroce” della Scuola parmense, dal solcato, livido volto che evidenzia il dolore fisico in contrasto con la sua mano affusolata in primo piano, che sembra non reggere la croce, ma suonare l’estasi spirituale, è stato posizionato da sfondo in un idoneo incavo, trovando uno sviluppo continuativo in una grande croce posta su rete quale materiale edile, sovrastata da un giallo elmo di operaio, con evidente scritta, “LAVORO DA MORIRE”, di denuncia dei troppi morti per il lavoro non tutelato di tanti operai. Quella sofferenza ed abbraccio della croce del Cristo dipinto diviene sofferenza ed ingiusta accettazione del rischio di ogni uomo in alcune condizioni lavorative.

“Cristo in carcere”, dello spagnolo Bartolomè Esteban Murillo, in oscura atmosfera che contrasta con il candido, simbolico suo puro corpo e perizoma, con arti troppo esili impegnati in un grande sforzo nel cammino simbolicamente esistenziale, si approccia nel dipinto a raccogliere un panno nero, che diviene rosso sangue con una grande corona di spine sul reale pavimento dell’installazione, in una continuazione del coinvolgimento segnato da quel Suo dolce sguardo verso chi osserva. Il tutto è racchiuso in una evidente grata che rivela la sofferenza e la prigionia di ogni essere umano costretto in un corpo che limita e costringe!
VENERDI’ 27 alle ore 10,30 al Museo Diocesano si terrà anche la CONFERENZA “L’ARTE DI GIOVANNI DA NOLA NEL CILENTO”.
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