SBLOCCO CREDITI DELLE IMPRESE VERSO LA PA: «ESTENDERE I DECRETI A TUTTE LE REGIONI»
E Fasano, in difesa della Campania, minaccia di ritirare il suo personale sostegno al Governo Monti
«Estendere l'ambito di applicazione dei decreti sui crediti vantati nei confronti degli Enti anche alle Regioni con deficit sanitario, anche per la parte di competenza delle Asl, rimediando così alla discriminazione operata nei confronti delle Regioni e degli imprenditori che con esse lavorano». E’ questa la richiesta che il sen. Enzo Fasano, unitamente ai colleghi Calabrò, Palma, Esposito, Sibilia, Sarro, Compagna, Coronella, Izzo, Cardiello e Lauro, ha inoltrato, attraverso un atto ispettivo, al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti.
I decreti da cui parte l’interrogazione sono quelli che hanno l'obiettivo di fornire liquidità alle imprese sbloccando i crediti vantati da queste ultime verso la pubblica amministrazione. Tali decreti, tuttavia, nel prevedere le modalità di certificazione dei crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili maturati nei confronti di Regioni ed enti locali per somministrazioni, forniture e appalti, nonché le modalità di compensazione degli stessi con i debiti nei confronti del fisco e di enti assistenziali e previdenziali, escludono la possibilità di certificazione e, conseguentemente, il ricorso alla compensazione nonché alla garanzia del fondo centrale sulle relative operazioni di cessione, per i crediti nei confronti delle Regioni sottoposte ai piani di rientro dai deficit sanitari.
A corollario dell’interrogazione, il sen. Fasano annuncia, in assoluta autonomia, la possibilità di negare il suo appoggio al governo: «Se non ci saranno novità su questo argomento, ennesima offesa alla Regione Campania dopo l’esclusione dal condono del 2003, valuterò seriamente la possibilità di ritirare il mio personale sostegno al governo Monti. La Campania non può essere ancora una volta trattata come un territorio di serie B. La situazione che essa vive è molto delicata. Bisogna mobilitarsi, e farlo in fretta, altrimenti sarà il default per le nostre imprese e la nostra Regione».







