Omicidio Castellabate - Rihai “Volevo evirarlo, non ucciderlo”
Rihai, assistito dall’avv. Giuseppe Della Monica, ha confessato le proprie responsabilità ammettendo di avere colpito Niglio con un coltello.
Stando a quanto raccontato dal tunisino, si tratterebbe di un “delitto d’impeto” privo di premeditazione, come sostiene anche il legale dell’uomo, che aveva chiesto gli arresti domiciliari.
A scatenare la furia di Rihai una discussione violenta, avuta con Niglio nel primo pomeriggio in piazza Padre Pio, dove i due uomini, entrambi pescatori ed amici da anni, si erano dati appuntamento. Rihai, infatti, voleva spiegazioni su quanto accaduto poche ore prima, quando il 66enne, con una banale scusa, aveva dato un passaggio alla figlia per poi tentare di usarle violenza sessuale nei pressi della diga dell’Alento. Il tutto, mentre la moglie e la figlia si trovavano già in caserma per sporgere denuncia contro il pescatore 66enne. L’uomo, però, alle richieste di Rihai, avrebbe risposto con pesanti insulti ed offese, ed è stato allora che la furia omicida del 49enne si è scatenata.
(estratto da agropolilive)







