Castellabate: l’Esposizione dell’Artigianato di Peppe Giuliano
di Marisa Russo | BlogUn operato che scompare va incentivato e conservato
A Castellabate, verso il Belvedere, lungo la strada che porta al Castello, nel silenzio del pomeriggio domenicale, attira l’attenzione l’esposizione di artigianato vario, che, con elementi naturali ed il paziente lavoro manuale, si inserisce alla perfezione in questo habitat.
Impossibile non soffermarsi, non fotografare l’autore di quest’operato, Giuseppe Giuliano di Omignano, detto zi Peppe, tra i suoi manufatti, con il suo cappello di canne, mentre suona la lunga ”zucca sonora”, creata con pazienza e creatività, che invia melodie di sogno già con la sua fiabesca visione, che evoca l’immaginata carrozza di zucca di Cenerentola. Bottiglioni ricoperti, ceste, flauti ed altro richiamano ad un tempo che scompare, travolti da plastiche fredde, forse ad un tempo che dovrà tornare, dopo la grande crisi industriale, ma come preparare giovani alla calma, alla pazienza, all’impegno del lavoro artigianale? Quel tipo di esseri umani creano questi lavori e questi lavori, contemporaneamente, danno loro la serenità di un vivere essenziale! Una situazione ciclica nella quale sarà difficile, ma forse necessario, rientrare.
Intanto, nel dubbio di non poter recuperare, creiamo un luogo dove raccogliere questi lavori, scegliendo i migliori, i più originali, realizziamo, è l‘appello alle istituzioni pubbliche, in ogni paese un piccolo Museo dell’Artigianato locale che sa di storia e di natura. Favoriamo inoltre queste esposizioni con piccole strutture in legno, gradevoli alla vista e pratiche per l’artigiano non costretto al frequente trasporto del materiale. Inventiamo un Concorso per l’oggetto artigianale più originale ed esteticamente meglio realizzato.
Incentiviamo in più modi, soprattutto in questa zona echeggiante di passato e di richiamo naturalistico, questa attività che ha il profumo della terra e delle piante. Dalla raccolta alla lavorazione e quindi all’offerta, sono i castagni, le canne, i salici, le ginestre del territorio che prendono forme varie, per usi diversi, per accompagnare, con il senso della vita, il nostro quotidiano di individui troppo spesso da esso allontanati.
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