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PERDIFUMO: NELL’ IMMAGINARIO COLLETTIVO ANCORA MAJORANA IMBOSCATO

Due recenti testi di Genny Malzone e di Lucio Russo affermano la continuità della vita del fisico Ettore Majorana dopo il 1938

📅 lunedì 3 settembre 2012 · 📰 LibriCilento

Ettore Majorana scomparsa
Credits Foto OpEd

foto autoredi Marisa Russo | Blog

Nella memoria storica degli abitanti di Perdifumo ancora si ricorda un personaggio particolare identificato come il fisico Ettore Majorana che vagava nei boschi, mentre era  considerato da molti scomparso suicida.

Tra la folta foresta di Perdifumo alcuni pastori nel marzo del 1938 assistettero sbigottiti ed incuriositi ad improvvise apparizioni ed altrettante subitanee fughe di un giovane “forestiero”. Agli occhi degli esterrefatti pastori egli diede l’impressione di essere dinanzi a qualcuno che voleva nascondere la sua identità e  fuggire dagli uomini e dal mondo”_scrive il professore Genny Malzone di Castellabate nel suo testo “Perdifumo tra i due conflitti mondiali: Uomini e Vicende”, edito a cura dell’Associazione “Amici di Camella e Perdifumo”.

Racconta che la notizia giunse anche al medico condotto Bartolomeo Farzati, che informò i parenti di Majorana e li ospitò nella sua casa per il tempo delle ricerche nei boschi. Si pensò anche  che poteva essere protetto in convento dal gesuita priore Salvatore Bergantini suo amico, ma le ricerche furono inutili, non fu trovato. Ancora oggi però a Perdifumo alcuni parlano di episodi avvenuti dopo il 1938 legati alla sua presenza. Una crisi morale per i risultati delle sue ricerche in fisica nucleare, che portarono alla bomba atomica, dicono, lo avrebbe indotto ad isolarsi dal mondo.

Nominato nel 1937 ordinario di fisica teorica presso l’Università  di Napoli, aveva tenuto la prima lezione nel gennaio del 1938, l’ultima il 24 marzo dello stesso anno, scomparendo tra il 26 e 27 marzo. Prima di allontanarsi da Napoli, dalla sua furia distruttrice si salvò il saggio sul “Valore delle leggi statistiche nella fisica e nelle scienze sociali”, in cui, continua Malzone, è già presente una grande paura esistenziale.

La madre dello scienziato scrisse a Mussolini della sua scomparsa e, tra l’altro,  affermò ”Fu sempre savio ed equilibrato e il dramma della sua anima e dei suoi nervi sembra dunque un mistero………………non si notarono mai in lui precedenti clinici o morali che possano far pensare al suicidio, al contrario la serenità e la severità della sua vita e dei suoi studi permettono, anzi impongono, di considerarlo soltanto come una vittima della scienza. Cercatelo nelle campagne, in qualche casa di contadini dove più lungamente può far durare il denaro che ha portato con sé”.

A Perdifumo diversi affermano che girarono voci che lo scienziato si fosse poi imbarcato in un sottomarino a Punta Licosa per essere condotto in Russia (?).

Comunque tutte le testimonianze raccolte a Perdifumo, dove avrebbe sostato per del tempo, si oppongono all’ipotesi del fisico Edoardo Amaldi che sostiene che si sarebbe suicidato nella traversata di ritorno da Palermo a Napoli nella notte tra il 26 e 27 Marzo 1938.

Contro ogni ipotesi di suicidio anche il professore Lucio Russo Ordinario all’Università Tor Vergata di Roma, saggista, vincitore nel 2003 del “Premio Giovanni Maria Pace” per la saggistica scientifica.

Nel testo pubblicato con Emanuela Santoni “Ingegni minuti-Una Storia della Scienza in Italia” Edizione Feltrinelli, riporta una lettera del fisico Gilberto Bernardini, in partenza per la Germania, a Giovanni Gentile, del periodo aprile-maggio 1938, dove all’inizio così si legge: “ Caro Giovanni, come puoi immaginare la notizia di Majorana mi ha dato una vera gioia. Non è molto bello forse, ma in compenso non è una cosa così tragica come si pensava e ci se ne può rallegrare. Mi fa piacere anche la notizia che vai in Germania e approvo moltissimo la tua iniziativa”. “Quindi-afferma Lucio Russo-la scomparsa era stata una libera scelta di Majorana che non era affatto squilibrato ed aveva mantenuto intatto il suo interesse per la fisica…….Si può quindi pensare che Majorana si fosse trasferito in un paese in cui riteneva che le sue ricerche potessero essere più apprezzate ; l’assoluto riserbo mantenuto anche dopo la guerra da tutti coloro che erano al corrente della sua decisione fa credere che si fosse trattato di una scelta sulla quale dopo il 1945 era preferibile tacere”!!

Lucio Russo evidenzia che non si può trascurare il fatto che Majorana non aveva avuto in Italia i riconoscimenti che meritava, quando ad esempio, ancora studente, migliorò il modello statistico dell’atomo  ottenuto nel 1928 da Fermi, permettendo di estenderlo agli ioni. Il suo risultato fu solo apparentemente ignorato da Fermi fino al 1934, quando lo espose in un articolo in collaborazione con Amaldi senza citare l’autore Majorana, che non ottenne così alcuna posizione universitaria!!

Invece Majorana sarà entusiasta dell’atmosfera che vivrà in Germania.

Russo ricorda inoltre che anche il fisico Bruno Pontecorvo, del gruppo dei ragazzi di Panisperna come Majorana, che aveva partecipato alla progettazione della bomba atomica britannica, sparì senza lasciare traccia nell’agosto del 1950. Solo cinque anni più tardi si fece vivo dall’Unione Sovietica, dove era stato accolto con tutti gli onori per il suo contributo ai progressi della fisica nucleare sovietica.

Era stato così anche per Majorana?

Certo nessun suicidio, né crisi morale testimonia la lettera del fisico Bernardini, riportata da Russo, ma solo necessità di continuare il suo lavoro lontano dall’Italia………..forse dopo essersi ritemprato nei boschi di Perdifumo?!!! 

Il 16 luglio del 1945, alle cinque e trenta del mattino, esplodeva la prima atomica della storia in un test a Trinity Site, nel deserto del New Mexico. Qualche giorno dopo, imbarcate queste bombe su due bombardieri USA, venivano sganciate su Hiroshima e Nagasaki realizzando uno dei più grandi crimini della storia dell'umanità.

(foto da icaroblog.com)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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