Lo afferma De Maio presidente di Fare Verde. "Abbiamo accolto con piacere la nota del ministero dell'Ambiente del 31 dicembre 2011 che smentiva le voci di una possibile cancellazione della norma che vieta la commercializzazione di buste in plastica non biodegradabile . Ma non basta. Ora attendiamo la normativa che definisca i criteri di biodegradabilità in conformità con le normative europee in modo da poter esser utilizzato anche per la raccolta differenziata dell'umido".
Infatti non basta “aggiungere un additivo alla plastica tradizionale per spacciare i sacchetti della spesa come biodegradabili. Pertanto, "chiediamo al ministro Clini di approvare al più presto le norme che impongono la piena compostabilità".
Fate una prova e leggete la scritta riportata sul sacchetto che il vostro negoziante vi dà. Le buste distribuite sono in gran parte non compostabili ovvero non si possono adoperare per l’umido e finiscono pertanto in discarica.
Solo un negoziante su 10 utilizza bio-shopper autentici compostabili, nel 60% dei casi non si può dire con certezza che si tratti di materiale doc, mentre il 26% usa il biodegradabile non compostabile.
Eppure il 97% dei negozianti dichiara si sapere della legge che dal 1/o gennaio del 2011 mette al bando i tradizionali sacchetti di plastica Questi alcuni dei risultati della ricerca Ispo per Assobioplastiche presentata a Roma nel corso del convegno "Un anno di divieto: dodici mesi di successi con molte domande".
Molti meno sanno dell'esistenza della certificazione per il compostabile (riciclabile al 100%). La ricerca è stata condotta tra i negozianti di generi alimentari. Tra chi utilizza biodegradabile, la metà è certa che si tratti anche di compostabile mentre ben 8 su 10 di dicono sorpresi della non compostabilità. In generale i biodegradabili sono utilizzati dalla quasi totalità degli intervistati (96%) mentre uno su tre utilizza ancora i tradizionali sacchetti di plastica.
Insomma i sacchetti non compostabili fanno male all'ambiente: “sviluppano metano, interferiscono col riciclo della plastica e si accumulano nell'ambiente, non troppo diversamente dalla plastica convenzionale, perché la bioplastica si biodegrada rapidamente solo nel compostaggio".
Sicuramente conviene usare la “sporta della nonna”, ovvero le sporte della spesa non ” usa e getta.”