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Cilento: tante meduse perchè sono poche le tartarughe

📅 12/08/2008 · 📰 AmbienteCilento

Null
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Quella marrone, grossa, è perfettamente innocua, sia che la si tocchi dalla parte dei tentacoli, sia che le si accarezzi l'ombrella. Cotyloriza tuberculata si chiama in termini scientifici ed è una delle più comuni nelle acque campane. Rizhostoma pulmo, un'altra specie che i nuotatori incontrano spesso, è più piccola, bianca con i bordi marroni intorno all'ombrella.

Chi si imbatta in essa, tra una bracciata e l'altra, avverte un leggero fastidio e poco altro. Ben più sgradevole il faccia faccia con la Pelagia nocticula, quasi trasparente, con lunghi tentacoli che di notte diventano fosforescenti. Tra le meduse nostrane è certo quella più urticante. Nulla di irreparabile, peraltro. La pulizia della parte colpita con l'acqua di mare — mai con quella dolce, perché esplodono i residui dei tentacoli attaccati alla pelle e si fa peggio — la strofinazione con la sabbia e, nei casi più gravi, un pò di ammoniaca o pomata al cortisone risolvono il problema. Fastidioso, certo, ma nulla al confronto di quanto potrebbe accadere nuotando nelle acque australiane, dove vive la specie Chironex,i tentacoli della quale sprigionano una tossina mortale: provoca l'arresto cardiaco in tre minuti.

DA CAPO MISENO AL CILENTO - È un mondo affascinante e complesso quello delle meduse, protagoniste sgradite anche dell'estate 2008.«Sono tantissime », lamentano i bagnanti, da Capo Miseno alla costa cilentana. «Colpa dell'inquinamento », dicono improvvisati esperti sotto l'ombrellone. «No, ce ne sono molte perché l'acqua è pulitissima», replicano altri.

L'ESPERTA - In realtà, spiega Flegra Bentivegna, la curatrice dell'Acquario di Napoli, l'aumento delle meduse non ha niente a che vedere con la limpidezza del mare. Premette: «Ogni estate si torna a discutere di questo fenomeno. Certo, le segnalazioni sono sempre più frequenti, ma bisogna anche considerare che, rispetto ad alcuni decenni fa, è aumentata la popolazione che nei mesi caldi frequenta le coste e va a mare». La proliferazione di questi celenterati, ammesso che sia reale, dice la biologa dell'Acquario, potrebbe essere legata alla progressiva scomparsa di un voracissimo predatore: la tartaruga liuto. «È in via di estinzione, decimata dall'uso illegale che è stato fatto e in parte prosegue delle spadare e delle reti derivanti. La tartaruga liuto, due metri di lunghezza per 200 chili di peso, vive solo in alto mare e si ciba quasi esclusivamente di meduse. Ogni tartaruga ne mangia quintali al giorno. È una specie cosmopolita che nuota anche nel Tirreno, dove però non si riproduce ».

ACQUE PIU' CALDE - Un'altra concausa dell'aumento dei celenterati — tanto sgraditi quanto affascinanti — potrebbe essere l'incremento della temperatura tra la tarda primavera e l'inizio dell'estate. Dice Bentivegna: «La maggior parte delle specie di medusa hanno una fase polipoide fissa al substrato, alle rocce od al fondale. I celenterati si sviluppano dai polipi. Non tutti quelli di un gruppo maturano nello stesso tempo. Il caldo potrebbe però favorire una formazione di meduse dai polipi contemporanea, meno graduale che in passato».

Fabrizio Geremicca

Fonte: infoagropoli.it

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