CASTELLABATE: IO N’ ESCO DA IONESCO
di Marisa Russo | BlogLUIGI PISANI DA ATTORE DI “NOI CREDEVAMO” A REGISTA TEATRALE
sabato 15 ore 20,30- domenica 16 ore 18_ Ingresso Gratuito
Presso "L'ANCORA" (adiacente Istituto De Vivo) - via C.Mazzarella S.Marco
Questa è la Castellabate che vogliamo, Città d’Arte, che vede giovani e meno giovani impegnati in esperienze teatrali, musicali, pittoriche ed altro.
Dal lancio pubblicitario dovuto all’inserimento nei film “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord”, il paese prende nuovo imput per tuffarsi nel mondo artistico, per sperimentarsi in esso ed invitare tutti a conoscerlo meglio.
Con l’impegno costante degli amanti dell’Arte in ogni sua forma e l’aiuto delle Istituzioni potrà divenire attrattiva di un pubblico sempre maggiormente selezionato per qualità, potrà sempre più allargare il suo richiamo a presenze che sappiano apprezzare Natura, tranquillità ed Arte.
Il titolo “Io n’esco”, da Ionesco, già nel gioco del linguaggio, con qualche spazio ed un apostrofo dal cognome del drammaturgo, è una felice idea che richiama all’importanza della parola e della comunicazione, sempre costante matrice della sua opera, e sintetizza il bisogno o il sogno di uscire fuori da una realtà inaccettabile.
Bella l’impostazione del manifesto in una traccia umana che è al di fuori della realtà, che però in contraddizione, contemporaneamente, è l’essenza del suo essere interiore.
Per questo spettacolo, che propone una rivisitazione da due pièces dell’autore francese di origine romena Eugène Ionesco, la scelta è certamente difficile e complessa.
Ionesco limitava il ruolo dei registi che li voleva fedeli al testo e privati da loro scelte creative, invece i registi di questa rappresentazione, Giulia Galiani e Luigi Pisani, sono andati oltre, al di là, come ho sottolineato, dando a loro voce, nel titolo di questo articolo, “Io n’esco da Ionesco”, sono “usciti” dall’opera del drammaturgo pur proponendola, reimpostando una sceneggiatura da due, oltre a dirigerla, seguendo più il suo messaggio ideologico che la sua richiesta.
Il Teatro dell’assurdo, nelle sue tematiche metafisiche, nel suo surrealista procedere che denuncia la superficialità di un vivere che rincorre poteri ed accumuli materiali pur in una condizione esistenziale limitata, è certamente molto attuale nell’aggravarsi e diffondersi di stili di vita assurdi rispetto al tempo di Ionesco, ma sicuramente sono impegnative molto sia l’elaborazione del testo liberamente tratto da “Il re muore” e “La cantatrice calva” che l’interpretazione recitativa.
Luigi Pisani cilentano, nato ad Agropoli, cresciuto ad Agnone sino all’età di diciotto anni, diplomato alla Scuola d'arte drammatica "Teatro Azione" di Roma, recentemente l’abbiamo visto nel film “Noi credevamo”, essendo stato scelto da Mario Martone per il ruolo di Salvatore, uno dei tre cospiratori e rivoluzionari del kolossal sul Risorgimento italiano. Ora si impegna nel suo territorio originario come sceneggiatore e regista.
La scenografia è di Laura Mauro, la fotografia di scena di Luca Scudiero, gli attori sono citati nella locandina pubblicata.
Intanto complimenti per l’impresa, incitamenti e.....l’attesa è tanta.







