Arte Medica LA FEBBRE: UN VALIDO STRUMENTO DI DIFESA DA NON CONTRASTARE MA DA CONTROLLARE
di Floriana Iuliano | BlogMolte persone hanno paura della febbre: la gran parte dei genitori giudica pericolosa la febbre nei propri figli ed opera per abbassarla il più rapidamente possibile. Ma anche infermieri e medici fanno largo uso di antipiretici e c'è una percentuale di medici che pensa che la febbre possa causare danni cerebrali.
La definizione di febbre è arbitraria, poichè la temperatura corporea può variare tra gli individui e nella stessa persona durante la giornata. Si può definire "febbre" una temperatura corporea superiore a 37,5° C, se il termometro è posto in bocca, 38°C se nel retto e 37,2°C se messo sotto l'ascella.
La febbre accompagna da sempre l'umanità. Fino a cento anni fa, la febbre veniva combattuta con mezzi fisici capaci di ridurre la temperatura ( acqua, ghiaccio, vento) e decotti di piante. Dai Cinesi agli antichi Romani, la corteccia del salice bianco è stata per millenni il più efficace antipiretico. Poi, nel secolo scorso si scoprì, nella corteccia del salice e dell' ulmaria, la SALICILINA, da cui venne sintetizzato l'acido acetilsalicilico.
Nel 1899 la Bayer mise in commercio la prima ASPIRINA , il cui fortunato nome deriva da a ( aceti) e spirea ( nome latino dell'ulmaria).
In generale possiamo dire che una febbre moderata (38-39°C), derivante da un microrganismo, è il modo migliore per risolvere rapidamente la malattia, poichè il rialzo della temperatura corporea è il segnale che invia il nostro cervello al sistema immunitario per mobilitarlo.
La febbre, pur essendo un'esperienza per lo più banale e largamente diffusa, è stata per lungo tempo avvolta nel mistero, sia riguardo ai meccanismi che la generano sia riguardo alle sue finalità.
Il rialzo della temperatura è prodotto dal cervello e segnatamente dall'ipotalamo anteriore, il quale risponde a segnali ( pirogeni) che arrivano dalla circolazione sanguigna, sottoforma di interleuchine ( IL-1,IL-6,TNF) . Queste citochine infiammatorie non passano la barriera ematoencefalica, ma, interagendo con essa, sono in grado di indurre la produzione di prostaglandine e citochine infiammatorie nel cervello e, quindi, di far arrivare il messaggio al nucleo pre-ottico dell'ipotalamo anteriore, responsabile dell'innalzamento della temperatura corporea.
La fonte principale delle citochine infiammatorie è il fegato. Al tempo stesso, il sistema ha i suoi meccanismi di controllo, con funzione antipiretica, che sono ormoni e citochine : soprattutto l'arginina-vasopressina (AVP), l' ormone che stimola i melanociti ( MSH ) e la IL-10. Si consideri che la febbre non è un sintomo negativo, una manifestazione della malattia da combattere, ma è, invece, un valido strumento di difesa da non contrastare, ma semmai, da controllare.
Il rialzo della temperatura, anzi, serve proprio a migliorare l'attività delle cellule immunitarie. Una temperatura elevata, infatti, inibisce la crescita batterica e virale nel senso che l'aumento della temperatura rende più aggressiva l'azione immunitaria nei loro confronti.
In particolare, l'aumento della temperatura è un segnale essenziale di attivazione dei macrofagi, ma soprattutto dei linfociti Th.
Le più importanti citochine, come IL-2, IL-4, IFN gamma, sono dipendenti dall'alta temperatura.
I linfociti T hanno bisogno, per attivarsi, di un innalzamento della temperatura. I macrofagi sono più resistenti alle variazioni della temperatura, anche se sono sensibili alle alte temperature : dopo i 39°C smettono di produrre IL-1. E' evidente un meccanismo di autoregolazione.
Gli organi coinvolti nella fase acuta dell'infiammazione sono il cervello, l'osso, il fegato, il surrene, i vasi sanguigni, i muscoli e il tessuto adiposo : è praticamente l'insieme dell'organismo ad essere coinvolto. Ciò spiega il corteo di sintomi che accompagna la reazione infiammatoria: febbre, anoressia, sonnolenza, stanchezza, che hanno alla base l'aumento delle citochine, del cortisolo e delle catecolamine circolanti, l'anemia da blocco della eritropoiesi circolante, la sottrazione di glutamina dal muscolo al fegato.
Alla luce di quanto sopra esposto,bisogna essere consapevoli che la febbre è un meccanismo di attivazione immunitaria e il principale sistema di difesa dell'organismo all'arrivo di una energia perversa rappresentata da uno stimolo esterno ( vento, freddo, microrganismi, agenti chimici) o interno( emozione negativa eccessiva o reiterata nel tempo), è lo sforzo della forza vitale di restituire la guarigione all'organismo " provato" e riportare l'equilibrio mente-corpo attraverso una decisa azione di liberazione del "perverso", che e' entrato per una debolezza del " terreno".
Il "terreno è tutto, il batterio è nulla", dicevano i medici dell'era pre-antibiotica.
Di qui l'impulso ad occuparsi del proprio equilibrio spirito-mente-corpo per offrire un valido baluardo e una solida difesa agli attacchi nocivi da parte dell'ambiente fuori e dentro di noi.
Qualche suggerimento in caso di FEBBRE.
ALIMENTAZIONE
Bevete molto, per mantenere l'idratazione.
Preferite gli alimenti ricchi di bioflavonoidi come uva, limoni, prugne, pompelmo, albicocche, more, bacche di rosa canina e di grano saraceno.
Ottimi anche i cibi ricchi di beta-carotene ( nespole, anguria,melone, frutti di bosco, carote, cavolo, lattuga), vitamina C ( agrumi e kiwi), vitamina E ( semi oleosi, cereali, frutta secca e ortaggi) e vitamina A ( peperoncino rosso piccante, prezzemolo, spinaci,mango, zucca,papaia, broccoli).
FITOTERAPIA
Il cipresso è un potente febbrifugo, ha potere disinfettante, astringente, costrittivo dei vasi periferici, sudorifero: per un decotto preparate 2 gr delle foglie o rami e mettete in acqua per 10 minuti. Colate e bevete 2-3 tazzine al giorno.
Il salice e' possibile assumerlo in decotto: fate bollire un cucchiaino di corteccia di salice secca in una tazza d'acqua per 1 minuto. Lasciate riposare per 15 minuti e bevetene una tazza due volte al giorno.
OLII ESSENZIALI
Contro la febbre sono molto efficaci l'olio essenziale di origano, bergamotto, lavanda, santoreggia e ginepro.
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