Teatro Parmenide - Buongiorno Gigì - i giri immensi dell’amore
di Giovanni Mautone | BlogUn esordio che sa di timidezza, di vergogna, di pudore nei confronti di un’arte sacra come quella della recitazione. E un ottimo metodo per scacciare tutte queste paure scegliendo di portare con sé la propria terra, le proprie origini, ciò che da sicurezza ad ognuno di noi. Questo il sunto della serata che ha visto in scena, nell’ambito del premio per le compagnie amatoriali “Mons. Giuseppe Rocco Favale”, la più giovane delle compagnie in gara quest’anno nata a Pisciotta soli 5 mesi fa dopo aver vinto una dura ‘battaglia’ contro il timore di andare in scena, e che intende ricordare quel timore ironizzando sul proprio nome: “Amo perso a vriogna”. Sei personaggi che, a differenza dei loro Pirandelliani predecessori, l’autore lo hanno trovato subito nella persona di Giuseppe Palladino, che ha confezionato per loro un testo dal sapore tipicamente cilentano. Linguaggi, situazioni, luoghi e atteggiamenti familiari a tutta la platea fanno si che il contatto tra questa e il palcoscenico si stabilisca ben presto, ancor prima che il primo personaggio maschile entri in scena.
Caratteristica peculiare di questi uomini in scena sarà quella di avere continuamente a che fare con l’amore, mancando tuttavia di quell’intuito necessario ad una semplice risoluzione della trama scenica. Mancanza che però diventa funzionale proprio alla trama che subito si infittisce di nodi quando scopriamo che Paolo è andato a far visita alla ex moglie Flora, una donna appartenente alla ‘Salerno bene’ con tanto di cameriera, e con la quale Paolo mantiene ancora un rapporto amichevole, proprio pochi attimi prima che il nuovo compagno di lei, Luigi detto Gigi, sta per accompagnarla al cinema. Destino vuole che Paolo e Gigi siano stati compagni di scuola, grandi amici e compaesani: quale occasione migliore allora per Paolo di confessare segretamente al suo amico che la ex moglie in realtà sia una donna dalla quale prendere le dovute distanze, evitando la peggiore delle conclusioni: il matrimonio, al quale Paolo è fortunatamente sopravvissuto! Gigi coglie l’attimo per confessare a sua volta che il suo cuore non batte più per Flora ma per una sconosciuta incontrata per caso in un circolo culturale di Salerno, e della quale sembra essere perdutamente innamorato.
Ecco quindi che si manifesta chiaramente l’inabilità degli uomini nei rapporti sentimentali: da una parte un ex marito che allontana nuovi pretendenti dalla donna per cui (poco) segretamente nutre ancora affetto, e dall’altra un uomo tutto d’un pezzo che si ‘sbriciola’ di fronte alla donna dei suoi sogni. La notizia provoca una crisi di nervi alla povera Flora, subito assistita dalla povera cameriera e successivamente da un medico che si scopre essere l’oggetto del desiderio di Gigi, la Dott.ssa Lina, ignara protagonista di questa querelle amorosa ma grande amica del Dott. Tommaso, appartenente anch’egli al circolo culturale salernitano e zio di Gigi, che nel frattempo tenta maldestramente di dichiararsi all’algida dottoressa incassando il primo due di picche da parte dell’amata. La vincente formula della commedia degli equivoci aiuta a intricare maggiormente i fili della trama, per cui lo zio crederà che Gigi sia pazzamente innamorato di Flora e da essa lo allontanerà riportandolo a Pisciotta, mentre Flora penserà di essere vittima di un complotto da parte dell’ex marito, d’accordo con Gigi, per chiuderla in una casa di salute.
È nella casa di Pisciotta che tutta la matassa verrà prima aggrovigliata una volta in più per poi districarsi definitivamente. Gigi, soffrendo la distanza dalla sua amata Lina, inscenerà una malattia per condurre la donna in casa sua e tentare ancora una volta di conquistarla mentre, a sua insaputa, lo zio inviterà Flora a trascorrere qualche giorno a Pisciotta per dimostrarle come la vita di paese a cui andrà incontro una volta sposato Gigi sia ben diversa da quella di città, e inadatta quindi alle sue abitudini mondane. Ancora un due di picche da parte di Lina per Gigi, che tuttavia lascia intendere come le sue remore non siano dovute ad altro che al carattere ancora troppo infantile dell’uomo e al fatto che questo pare non abbia un lavoro. Ma l’arrivo del mattino portando alla luce tutti gli equivoci smentirà anche quest’ultimo, conducendoci all’esternazione di tutti i sentimenti: Flora e Paolo dopo un periodo di lontananza hanno capito che tuttavia il loro rapporto funziona ancora, e il tempo trascorso non ha smorzato la complicità tra i due; Lina ha scoperto un uomo molto dedito al suo lavoro e altamente competente in tali materie, che dimostra quindi un carattere e una maturità forse invisibile agli occhi di un distratto conoscente, convincendola ad arrendersi all’evidenza dell’amore.
Un 8 di incoraggiamento alla nascente compagnia “Amo perso a vriogna” di Pisciotta che ci lascia un importante messaggio: forse c’è bisogno di tempo, ma alla fine l’amore riesce a farsi strada sempre, dovunque, nonostante gli ostacoli e la cecità umana; la pensa così anche Antonello Venditti quando canta “certi amori non finiscono/fanno dei giri immensi e poi ritornano/amori indivisibili, indissolubili, inseparabili”.


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