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Teatro Parmenide - “Il candidato” - Aspettando…Ninotto!

📅 domenica 12 maggio 2013 · 📰 Spettacoli-EventiCilento

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Credits Foto OpEd

foto autoredi Giovanni Mautone | Blog

Come quando si va a teatro per assistere ad una commedia di Pirandello oppure di uno qualsiasi degli autori classici o moderni di cui già si conosce almeno un testo, così questo ultimo appuntamento con la rassegna di teatro amatoriale del Teatro Parmenide di Ascea accoglie chi abbia avuto a che fare, come chi scrive, con un altro testo di Oreste De Santis. Conoscere l’autore può voler dire tante cose diverse: avere già un’opinione su cosa verrà proposto in scena, avere un termine di paragone per poter esprimere un giudizio anche sull’autore, predisporre positivamente ( o negativamente) la nostra anima e la nostra mente all’ascolto per le successive due ore. Ed è così che all’apertura del sipario la curiosità sale a livelli forse mai raggiunti, e l’attenzione si focalizza su ogni dettaglio della scenografia, del contesto, e sulle singole battute di ognuno dei personaggi. Un’analisi puntigliosa, precisa e spietata quella che potrebbe venirne fuori perché come è ovvio che sia, ogni autore lascia un pezzettino di sé in ognuno dei testi che scrive e quindi tra un testo e l’altro le analogie e i rimandi non si possono contare.

Succede così anche con “Il candidato”, il testo che la compagnia “Giovanni Sorrentino” di Policastro Bussentino ha scelto di proporre per la rassegna “Monsignor Giuseppe Rocco Favale”. Uno spettacolo che vede al centro della vicenda Filippo, un modesto uomo sposato, padre di una figlia, con una madre a carico e una discreta rendita derivante dall’affetto incondizionato, e oseremo dire ingenuo, dello ‘zio d’America’ Ninotto. Per ben 25 anni le cose sono filate sempre lisce, l’ignaro zio ha contribuito all’acquisto d una macchina, una casa e un cospicuo regalo di matrimonio credendo invece di garantire gli studi e la carriera politica del nipote. Ma ecco che Zio Ninotto decide di tornare in Italia proprio in occasione della candidatura a sindaco del suo nipote prediletto, e tutte le bugie raccontate nel corso degli anni rischiano di venire a galla. Uno spettacolo che si svolge sulla falsa riga del celeberrimo “Aspettando Godot”, vissuto nell’attesa dell’arrivo di questo sconosciuto personaggio che involontariamente influenza le vicende di Filippo, di sua moglie Sofia che dovrà improvvisarsi cantante e ballerina francese e del suo amico Michele, prodigo nell’aiutarlo a burlare suo zio in cambio di una parte dell’eredità del vecchio. Ma non riuscendo nel piano stabilito, ovvero quello di allestire una messa in scena credibile per lo zio, i tre decidono di farlo spaventare al punto da provocargli un infarto, e dividere quindi l’eredità in parti uguali senza aver intaccato la loro credibilità agli occhi dell’ignaro zio. Filippo con una corda al collo così che sembri impiccato, rumori di sottofondo in un buio completo, e la voce’ dell’angelo della morte’ nascosto dietro al divano però riusciranno ad impressionare la sola figlia Giovanna, convinta di trovarsi in uno dei tanti film horror visti in tv. Non sembrano invece essere molto scosse o addirittura disinteressate dell’arrivo dello Zio Ninotto Giovanna, adolescente ossessionata dai film horror che tuttavia accoglierà con orrore, appunto, la notizia della reale candidatura di suo padre alle elezioni comunali, e nonna Carolina, vedova da cinque anni ma donna ancora vitale e piacente come lo era una volta. Tuttavia sarà proprio la signora Carolina a provocare, insieme a Ninotto, il coup de theatre finale, svelando di aver concepito insieme ad esso il figlio Filippo durante una notte di passione giovanile, e di voler sposare finalmente il suo grande amore.

La presenza di elementi comuni ad altri testi, e quindi la mano dello stesso autore, si notano ad occhio nudo o ad orecchio attento: alcuni intercalari, determinati atteggiamenti caratteriali dei personaggi, alcuni riferimenti musicali e persino certe situazioni create dai protagonisti sembrano richiamare le sceneggiature del De Santis. Se ciò possa definirsi un leitmotiv di temi o situazioni care all’autore o una mancanza di fantasia da parte dello stesso lo lasceremo decidere al pubblico. Nell’attesa della cerimonia di premiazione per la commedia più apprezzata dal pubblico, congediamo con 6 la compagnia di Policastro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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