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L’Università di Salerno e Google terranno un workshop su “Privacy, sicurezza e trasparenza”

📅 mercoledì 5 giugno 2013 · 📰 EconomiaSalerno

05062013 sicurezza informatica
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Giovedì 6, alle 16, presso l’Università Europea di Roma, sarà presentato il report “Privacy, trasparenza e sicurezza nell’era digitale”, realizzato dai professori Salvatore Sica e Giovanni Maria Riccio dell’Università di Salerno e finanziato da Google.

Al convegno prenderanno parte anche Augusta Iannini, vice presidente del Garante per la protezione dei dati personali, e Fabiano Lazzarini, direttore di IAB Italia, l’associazione italiana che rappresenta gli operatori del mercato della comunicazione digitale.


Si tratta dell’ennesimo tassello di un intenso rapporto che lega la società di Mountain View al Laboratorio In.Di.Co., diretto dal prof. Sica. Nel maggio dello scorso anno, Google aveva incluso i due docenti tra gli invitati a “Internet at Liberty”, il convegno annuale che raccoglie i maggiori esperti mondiali di internet.

Lo studio raccoglie 600 questionari somministrati agli studenti di sei facoltà dell’Ateneo salernitano, che hanno risposto sul loro rapporto con la privacy on-line.

Gli studenti intervistati si dichiarano in larghissima misura (91%) preoccupati per il modo in cui i propri dati personali sono raccolti e trattati su internet, additando i social network come maggior pericolo. Tuttavia, cedere informazioni personali per ottenere servizi gratuiti non costituisce un problema per il 59% degli studenti salernitani intervistati. Allo stesso modo, le attività di profilazione, per finalità commerciali, non sono avvertite come un rischio: il 75% dichiara di essere poco o per nulla preoccupato dal fatto che un sito internet possa raccogliere informazioni statistiche sugli accessi; il 72% non manifesta particolari apprensioni legate alla prassi dei motori di ricerca di registrare le ricerche degli utenti; il 71%, infine, non è contrario al ricevere offerte commerciali collegate alle ricerche effettuate sul web.

Per tanti la password non è strettamente personale: il 53% degli intervistati la condivide con familiari o partner. I tablet sono lo strumento a cui ricorrono maggiormente gli studenti per l’accesso alla rete: 51%, contro il 37% che usa pc personale e il 12% che usa pc pubblici.

Gli studenti dimostrano una spiccata capacità di proteggere la propria privacy. Il 90% è consapevole della possibilità di modificare le impostazioni di social network e motori di ricerca, il 60% le ha effettivamente modificate.

Partendo dai dati raccolti, la seconda parte della ricerca propone di incentivare la privacy by design ossia quelle forme di tutela integrate nei sistemi informatici e modificabili da parte degli utenti. In questo modo, si può garantire una tutela preventiva e non rimediale e prevedere che le impostazioni dei servizi offerti via internet sia determinata di default, assicurando la massima protezione della privacy degli utenti.

Il filo rosso che guida lo studio parte dall’idea che non possa esservi privacy senza security. I dati raccolti dimostrano che i giovani non temono la condivisione delle proprie informazioni personali, ma chiedono che queste informazioni siano sicure. In questa prospettiva, occorre implementare meccanismi di sicurezza, estendendo quelle che, allo stato, appaiono le best practices adottate dalle imprese del settore: si pensi, ad esempio, al sistema di 2-step verification che consente di tutelare l’accesso a social network e caselle di posta elettronica anche in caso di tentativi di accesso informatico o di furto di password.

Per questo motivo, la ricerca propone l’alleggerimento degli oneri privacy per le imprese e di rendere alcune informazioni agli utenti – a partire dalle privacy policy – più facilmente fruibili. È dimostrato, infatti, che il 71% degli utenti non legge la modulistica privacy e che il 62% non comprende il significato dei documenti. La predisposizione della documentazione privacy, quindi, finisce col tutelare le imprese da possibili sanzioni e non, come negli intenti del legislatore, a rendere effettivamente edotti gli utenti su come verranno utilizzati i dati personali raccolti.

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