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Stato di agitazione al MIBAC: anche Paestum aderisce alla protesta

24062013 paestum agitazione
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lunedì 24 giugno 2013
CilentoNotizie su GNews

L’agitazione che sta infervorando i dipendenti del Ministero dei Beni Culturali e le associazioni sindacali si trasforma in protesta. E si chiudono le porte per 2 giorni. È quanto sta accadendo in tutta Italia a seguito della mancata riorganizzazione del settore, da troppi anni lasciato alla deriva. Questa la base della protesta partita dalle organizzazioni sindacali del MIBAC che hanno indetto unitariamente due giornate di mobilitazione per oggi 24 giugno, e venerdì 28 giugno. Porte chiuse in entrambi i casi anche a Paestum, vittima come tutto il patrimonio archeologico e culturale nazionale di uno stallo che sta mettendo in seria difficoltà tutto il personale, in attesa dal mese di Ottobre 2012 del pagamento del salario accessorio. Come ci comunica il Coordinatore provinciale dei Beni Culturali CISL di Salerno Aurelio Mautone, i problemi per cui l’intero personale del Ministero si sta mobilitando riguardano non solo il blocco dei pagamenti relativi agli straordinari, ma anche la mancata registrazione dell’accordo sulla elevazione del grado di copertura dei festivi, che sarebbe dovuto salire dal 30 al 50 %, la situazione di grave crisi interna al MIBAC conseguente ad una lunga serie di tagli al bilancio, il mancato ricambio del personale causato dalla digitalizzazione di numerose attività soprattutto archivistiche ed il ricorso sempre più massiccio a processi di esternalizzazione di diverse attività. Per tutti questi motivi sono state indette a livello nazionale due giornate di mobilitazione, delle quali una si è svolta quest’oggi e la prossima avrà luogo il 28 giugno. A Paestum la prossima giornata di mobilitazione prevederà, oltre alle porte chiuse per quanto riguarda i servizi al pubblico, anche un’incontro con le autorità politiche della zona per illustrare le motivazioni di tale agitazione.

Con le due giornate di protesta Mautone e gli altri rappresentanti sindacali d’Italia vogliono rimettere al centro dell’attenzione i problemi di quello che dovrebbe essere il settore trainante dell’economia nazionale. Ma anche chiedere soluzioni concrete per il rilancio, a partire dalle risorse per la tutela e la manutenzione di siti e strutture e dalla re-internalizzazione di servizi tuttora oggetto di appalti selvaggi e sprechi enormi.

Il Coordinatore provinciale dei Beni Culturali CISL di Salerno pone l’accento anche sul fatto che il primo sito a mettere in piedi questa protesta è stato pochi giorni fa il Colosseo di Roma: la struttura simbolo del patrimonio archeologico d’Italia ha infatti chiuso fino alle ore 12 del 20 giugno le porte ai turisti, che all’ingresso non hanno trovato altro che un volantino recante le motivazioni di tale disagio. Le stesse motivazioni che oggi e venerdì porteranno tutti gli altri siti archeologici d’Italia a chiudere i battenti nella speranza di smuovere l’attenzione in primis del neo Ministro della Cultura Bray, a cui viene chiesto a gran voce un intervento urgente per rimettere in sesto un patrimonio culturale che, con pochi piccoli sforzi, potrebbe diventare volano di sviluppo economico dell’intera nazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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