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Dibattito sulla storia e la fondazione di Santomenna (SA)

📅 venerdì 13 settembre 2013 · 📰 CulturaSalerno

13092013 comune di Santomenna

Sabato 14 settembre a Santomenna gli studiosi Don Franco Celetta e Francesco Di Geronimo discuteranno, insieme al sindaco Massimiliano Voza, sul tema: La chiesa di San Menna e la nascita di Santomenna nell’anno 554 dopo Cristo. L’incontro si terrà a partire dalle 17,30 nell’aula consiliare del municipio di Santomenna e sarà moderato dalla giornalista del Roma-Cronache del Mezzogiorno Maria Teresa Conte.

Don Franco Celetta è l’autore, insieme a Michele Carluccio, del libro “Santomenna città dei vescovi” pubblicato nel 2004. In questo libro Celetta individua nel sito oggi conosciuto col nome di Santomenna la base delle operazioni dell’esercito bizantino guidato da Narsete che, tra il 554 e il 555 dopo Cristo, pone l’assedio alla città di Conza dove si sono asserragliati gli ultimi settemila Goti dopo la battaglie dei monti Lattari.

Francesco Di Geronimo nel suo recente lavoro “Notizie storiche su Castelnuovo di Conza (e su Santomenna, etc.)” sviluppa l’intuizione di Celetta e, sulla base di una rigorosa analisi del territorio, di una riflessione sui toponimi, e del racconto dello storico bizantino Agazia, che legge ed analizza nel testo greco originale, dimostra l’utilizzazione del sito quale accampamento dell’esercito bizantino. Di Geronimo ritiene anche l’edificazione ai margini dell’accampamento di una chiesa di San Menna voluta da Narsete, chiesa che poi dà il nome all’abitato di Santomenna. Di Geronimo fa riferimento alla tradizione storiografica veneta che vuole Narsete edificatore anche a Venezia di una chiesa dedicata al santo-soldato Menna.


Nasce con Narsete, e si consolida nei secoli successivi, il culto bizantino nell’alta valle del Sele. Culto che permane fino al tredicesimo secolo e che viene sradicato, dopo lo scisma d’Oriente, per volontà del papa Innocenzo III. Francesco Di Geronimo ha infatti “scoperto” nell’Archivio Segreto Vaticano una lettera del 1200 che il pontefice indirizza al vescovo di Conza, Pantaleone, perché elimini i residui di culto bizantino a Buccino, Auletta e Vietri. Il papa invita il vescovo a trattare i fedeli di osservanza bizantina come i giudei, e cioè a cacciarli via. Questa lettera, che è riportata nel libro di Di Geronimo, non risulta conosciuta ed analizzata in precedenza da altri storici che si sono occupati di Conza e della sua diocesi.

Francesco Di Geronimo riferisce anche della visita pastorale nel 1580 del vescovo Marcantonio Pescara alla chiesa di San Menna. Il vescovo, che è anche il barone di Santomenna, la trova in cattive condizioni statiche, e la fa demolire. La chiesa viene poi ricostruita dai frati cappuccini e dedicata a San Menna e San Francesco. E’ incorporata nel convento e ne segue il destino.

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