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Alfieri: "Agropoli fuori dalla rete dell'emergenza fatto scientifico"

📅 lunedì 1 dicembre 2008 · 📰 PoliticaAgropoli

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Alfieri plaude alla scelta di una Asl unica nella provincia di Salerno, che impedirà, a suo dire , privilegi verso determinati aree territoriali. Le affermazioni del primo cittadino di Agropoli, arrivano alla conclusione del Consiglio Comunale di ieri, domenica 30 Novembre. Il sindaco di Agropoli non ha risparmiato critiche alla classe politica, sostenendo che la battaglia per salvare l'ospedale di Agropoli non è persa ma è appena iniziata.

“Noi non riteniamo sia un caso che Agropoli esca dalla rete dell'emergenza – esordisce Alfieri nel suo intervento – ma è un fatto scientifico perché questa città dal punto di vista della dinamicità, della popolazione e della struttura può mettere a repentaglio entità molto più piccole. Perciò siamo stati favorevoli ad una Asl unica nella provincia di Salerno, così Agropoli non subirà decisioni soggettive che non mettono a repentaglio realtà molto più piccole della nostra. Ad Agropoli – continua Alfieri - era stato destinato un PSA (pronto soccorso attivo n.d.r.) ma negli ultimi 4 anni c'è stato un indebolimento della struttura perché il nostro ospedale non doveva crescere. E quando un ospedale periferico riesce ad avere accessi superiori ad un ospedale definito di terzo livello allora significa che le decisioni che sono state adottate non sono prese con serietà.

La battaglia è appena iniziata, con l'Asl unica abbiamo reciso in maniera definitiva una dipendenza che a noi non ha fatto mai bene. Comunque aspettiamo per martedì un chiarimento dalla Regione Campania poiché Agropoli resta comunque nell'area dell'emergenza.

Purtroppo – continua Alfieri – quest'area è temuta dal punto di vista politico perché può condizionare incarichi, elezioni, l'assetto in provincia e anche parlamentare. Probabilmente nelle decisioni assunte c'è un po' di responsabilità anche del sottoscritto, perché se togliessi il disturbo e andassi in un altro partito non ci sarebbe un accanimento contro questo territorio. Ma noi non siamo per le ritorsioni. Io non sono abituato a prostituirmi, continueremo questa battaglia per far affermare la dignità di questo territorio.

In provincia quest'area è rispettata, in regione invece non ha uno scudo sufficiente e abbiamo subito un'ingiustizia. Questo territorio deve riuscire ad avere una rappresentanza adeguata a tutti i livelli, lo abbiamo fatto in provincia e dobbiamo farlo anche in regione.

Alcuni dicono che dovremmo andarcene via dal partito. Noi non andremo via, noi combatteremo al suo interno perché non vogliamo privilegi o pareri personali, noi siamo liberi e rispediamo al mittente le minacce. Oggi questo territorio è stato mortificato ma la battaglia è appena iniziata. Abbiamo chiesto di rimanere nella rete dell'emergenza, andremo avanti in questa direzione. Se questo declassamento salvasse la Regione Campania, saremmo i primi ad ammetterlo, ma questo non è, anzi siamo in presenza di un atto scellerato che potrà essere però rimesso in discussione attraverso la scelta della Asl unica. Questa amministrazione non ha bisogno di un'Asl a Vallo della Lucania perché il sindaco non faccia la fila davanti una porta d'ospedale o dev'essere trattato meglio al pronto soccorso, noi vogliamo i nostri diritti perché l'Asl o è a Salerno o a Vallo non cambia niente, probabilmente essendo più lontana molti cittadini subiranno meno ingiustizie dovute ai privilegi di qualcuno che riesce ad andare a casa di qualcun altro ottenendo cose che altri non hanno. Vogliamo una sanità per tutti, per il sindaco e per l'ultimo cittadino, vogliamo una sanità che funzioni e quindi l'allontanamento del centro del potere potrà solo giovare ad Agropoli perché una decisione presa a Salerno non guarderà al fatto che Agropoli può superare un altro ospedale che incide su una popolazione che è di un terzo rispetto alla nostra.

Mi assumo la responsabilità di quanto detto, io parlo di metodi, parlo di percorsi che noi non condividiamo. Noi vogliamo il consenso per il processo di sviluppo che sappiamo innescare, altri costruiscono il consenso sullo stato di bisogno. Questa è la differenza tra questa classe dirigente e altre classi dirigenti. Ma questi sono colpi di coda, è un sistema che sta morendo ed è destinato a finire.

Questo territorio sta camminando, questa è una battuta d'arresto che non ci voleva, ma non ci dobbiamo rassegnare. Hanno tentato e tenteranno in altri modi di non farci crescere, ma la crescita è nelle cose, è nel nostro lavoro, nella nostra passione, nella capacità di risolvere i problemi, di creare fiducia nella politica.

I consiglieri regionali se non ripristineranno un giusto equilibro delle strutture dell'emergenza sul territorio, non avranno contro l'arma del ricatto, ma il popolo!”

Fonte: infoagropoli.it

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