Agropoli, Abate: "Non siamo disposti a sacrificare la salute dei cittadini"
"Non siamo disposti a sacrificare la salute dei cittadini, facendo passare un Piano di ristrutturazione e riqualificazione della rete feudale elettorale come Piano di ristrutturazione della rete ospedaliera regionale". E' questa l'ennesima critica al piano regionale sanitario che ha penalizzato, non poco, Agropoli e i territori limitrofi. Ed è proprio il presidente del Consiglio Comunale di Agropoli, Agostino Abate, ad alzare nuovamente la voce contro i vertici della sanità regionale, rei di aver fatto passare "una cosiddetta Legge Provvedimento che ha penalizzato, senza alcuna valutazione di elementi concreti, l’Ospedale di Agropoli".
La legge regionale n. 16 del 28/11/2008 che approva il Piano di Ristrutturazione e riqualificazione della rete ospedaliera regionale, per raggiungere il risultato del rientro dal disavanzo del settore sanitario, - dichiara Abate - è una cosiddetta Legge Provvedimento che ha penalizzato, senza alcuna valutazione di elementi concreti, l’Ospedale di Agropoli.
Ha penalizzato l’Ospedale di una città che con il suo stretto intorno territoriale conta oltre settantamila residenti stabili ed oltre 400.000 presenze fluttuanti in periodo estivo.
Ha penalizzato , cioè , un presidio ospedaliero che ha coperto in modo compiuto tutti i dati significativi e positivi di cui alle schede specifiche predisposte dalla Giunta Regionale per una finta indagine preliminare , conclusasi poi con un NULLA DI FATTO.
I piani aziendali approntati dai direttori delle AA.SS.LL. nemmeno sono stati discussi in sede di Coordinamento Tecnico Provinciale , ma nella legge si dice, invece, che ciò è avvenuto.
In parole povere, chiare ed inequivocabili: «la legge-provvedimento n. 16/2008 ha violato i principi che normalmente presiedono all’attività amministrativa perché completamente arbitraria e con evidente manifestazione di irragionevolezza della disciplina denunciata, desumibile anche dalla carenza di ogni valutazione degli elementi in ordine alla situazione concreta sulla quale la legge ha inciso».
La regione Campania ha approvato il provvedimento di rientro dal disavanzo con legge regionale ed ha pensato così di sottrarre ai cittadini il proprio diritto di difesa.
La Corte costituzionale ha avuto modo , però , di osservare che i diritti di difesa del cittadino , in caso di approvazione con legge di un atto amministrativo lesivo , non vengono sacrificati ma si trasferiscono dalla Giurisdizione amministrativa alla GIUSTIZIA COSTITUZIONALE.
Al momento non ci resta altro che sollecitare tutte le forze politiche territoriali ad attivarsi per richiedere al presidente del Consiglio dei Ministri l’impugnazione della legge regionale che oltre a detenere principi di incostituzionalità non garantisce nemmeno il rientro economico previsto .
Ad Agropoli i cittadini sono già pronti per iniziare questa richiesta e poi a proseguire ogni altra azione di Diritto per la DIMOSTRAZIONE della vera realtà territoriale sanitaria.
Non siamo disposti - conclude il Presidente del Consiglio Comunale Agostino Abate - a sacrificare la salute dei cittadini , facendo passare un Piano di ristrutturazione e riqualificazione della rete feudale elettorale come Piano di ristrutturazione della rete ospedaliera regionale".
 
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