In Campania spariscono le province di Napoli e Salerno
Sono 52 le province italiane commissariate dalla Legge di stabilità appena varata dal governo: ci sono quelle che si fonderanno nelle aree metropolitane e quelle che, semplicemente, spariranno. Fatto sta che la prossima primavera scadranno i mandati, ma non si tornerà alle urne.
A questi, si aggiungono altre 20 province già commissariate dall’esecutivo Monti nel 2012.
La mappa – Scorrendo le province da nord verso sud, si comincia dalle 4 piemontesi: Alessandria, Cuneo, Novara, Torino e Verbano-Cusio-Ossola.In Lombardia, invece, sono sette i consigli a venire commissariati: Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Milano, Monza-Brianza e Sondrio. In Emilia Romagna cadono otto province: via Piacenza, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Modena, Parma, Reggio Emilia e Rimini. Tre i consigli commissariati in Veneto (Padova, Venezia, Verona e Rovigo), uno in Liguria (Savona).
Centro-sud – Seguendo la cartina geografica lungo il centro-sud, in Toscana saltano 8 province: Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Nelle Marche finiscono commissariate Ascoli Piceno, Fermo, Pesaro e Urbino. In Abruzzo cadono Chieti, Teramo e Pescara, mentre in Umbria finiscono Perugia e Terni. Nel Lazio non sopravvive alle misure della legge di Stabilità Latina, mentre in Puglia saltano Bari e Bat (Barletta-Andria-Trani). In Calabria sono depennate Cosenza e Crotone, nel Molise Isernia, dalla Puglia Lecce e dalla Basilcata Matera e Potenza. In Campania spariscono le province di Napoli e Salerno.
Quelle già commissariate – A queste 50 province si aggiungono quelle commissariate dal 2012 (Ancona, Asti, Belluno, Biella, Brindisi, Como, Genova, La Spezia, Roma, Vibo Valentia, Vicenza) e quelle commissariate dal 2013 sono (Avellino, Benevento, Catanzaro, Foggia, Frosinone, Massa Carrara, Rieti, Taranto e Varese).





