“ IL LAVORO?…………… DIPINTO” !!!
Al Pilastro 25_26 Febbraio presso Savoia Hotel
 
           di Marisa Russo | Blog
di Marisa Russo | BlogMolto interessante il richiamo agli Artisti, effettuato dalla FIOM CGIL di Bologna a livello Nazionale in occasione del X Congresso, ad esprimersi sul tema lavoro, un’iniziativa che ha più significati di contenuto simbolico.
Quanti Artisti del Cilento o del Salernitano hanno risposto a questo appello di “Arte e Società”??
Il Bando, la scheda di adesione ed il regolamento con recapiti in Internet.
Da una sottile intrinseca ironia del titolo “Il Lavoro Dipinto” che denuncia un lavoro che scompare e ne resta solo il ricordo nel dipinto, si richiama all’evocazione che l’Arte effettua con il suo potere.
Da sempre all’azione di dipingere, figurare, scolpire, sono state attribuite funzioni magiche, religiose, rituali, iniziatiche, sacrificali, propiziatorie, apotropaiche.
E’ un appello, una richiesta, un’ incentivazione all’ Arte per un sempre maggiore impegno nel sociale, affinchè partecipi alle principali problematiche di questa società che vive difficili momenti, perché li comunichi a tutti, come essa può, in modo immediato ed emotivo.
Contemporaneamente la sentita partecipazione degli artisti sembra denunciare anche quanto l’Arte sia poco considerata anche un “lavoro”, ovvero un impegno di coloro che, per particolari sensibilità, riescono meglio a percepire i disagi esistenziali e sociali e ad esprimerne anche in anticipo il rischio futuro.
E’ un “lavoro” non riconosciuto, che anch’esso non trova spazi vitali, né sostentamento.
Einstein, nel suo testo “Come io vedo il mondo”, richiama all’importanza che coloro che gestiscono la cosa pubblica siano attenti osservatori delle opere degli Artisti nell’iter della loro conduzione per meglio recepire e risolvere i mali ed i disagi sociali.
E’ necessario dare forza a quel circolo virtuoso tra Arte e Società, dove l’una possa contribuire a migliorare la seconda e questa presti maggiore attenzione all’espressività della prima per acquisire maggiore coscienza.
L’Arte non può e non deve essere considerata espressione avulsa dal tempo e dal luogo nei quali si esprime, né le opere Artistiche ritenute solo di valore estetico o rivelazioni psichiche avulse dal contesto nel quale vivono gli autori. Non dovrebbero inoltre essere opere per pochi, oggetti per un’ èlite economica, ma trovare un democratico, pubblico spazio per la loro principale funzione di comunicazione.
“L’Arte, a meno che non voglia tradire la propria funzione sociale, deve mostrare un mondo in grado di cambiare. E aiutare a cambiarlo”_ scriveva già Ernst Fischer scrittore, filosofo e critico tedesco.
Questo sottile connubio ideologico degli Artisti con altri lavoratori, metalmeccanici e di qualsiasi altro settore, in una assenza così drammatica di quello che è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, il lavoro, acquista un significato forte che emoziona.
Li unisce anche la manualità, espressione essenziale dell’umano, ne viene così richiamato il valore, ovunque essa si esplichi! Le mani non devono essere sostituite in toto dalle macchine, dallo sviluppo del virtuale.
“La mano è il vero organo della civiltà, iniziatore dell’evoluzione umana. In realtà le mani hanno generato la ragione umana, hanno prodotto la coscienza umana.”(Fischer)
Nella follia attuale si disprezza il lavoro manuale, si ipotizzano sempre più lavori per pochi specializzati, togliendo dignità a tanti lavoratori e quindi al complesso della società!
L’assenza di un valido progetto economico governativo, di necessarie conversioni di produzioni, la fuga di capitali e di imprese non solo seminano un dilagare di povertà, ma anche sviluppano un’avvilente depressione umana,……. quindi osserviamo i colori di queste opere pittoriche diventare lividi, sbiadirsi, le immagini frantumarsi, rivelare una dolorosa confusione.
Nette realtà di denunce si rivelano solo in alcune visioni, come nei simbolici uccelli rapaci che denudano o come in quella in cui il lavoro diviene grande fiore fragile sul quale l’ingorda ape succhia tutto il nettare------ per poi prendere il volo!
Il linguaggio figurativo simbolico, dove la forma non è arida riproduzione fotografica, esteriore, ma interpretazione ed espressione di forti contenuti, risulta di grande efficacia comunicativa.
Questo silenziosamente urlante, colorato ed accorato coro polifonico pittorico, con diversificate note vibranti, ma in un'unica richiesta, che si eleverà dal Pilastro per evidenziare il pilastro su cui si fonda la società , il lavoro, in una solidarietà forte, si rivela il più dignitoso, sensibile ed efficace richiamo al ritrovamento del valore dell’umano che non può prescindere dal prioritario diritto.
Grande il merito di chi ha avuto l’idea di questo Progetto di Comunicazione dai tanti profondi significati, che sta avendo una impegnata, generosa ed emozionante adesione.
Presentazione della Mostra alla Conferenza Stampa e Presentazione scritta nel Catalogo Nazionale di Marisa Russo.

“Il Lavoro Dipinto” “Rapaci” di Flora La Porta

La foto in alto: “Il Lavoro Dipinto” opera di Michele Giglio
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