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RICORDI DI GUERRA - IL TRENO DEGLI SCAPICCHIANTI

📅 lunedì 10 marzo 2014 · 📰 CulturaCilento

10032014 ricordi di guerra centola

All’indomani dell’8 settembre 1943, con lo sbarco nel Golfo di Salerno, l’Italia restò divisa in due parti. La ferrovia Battipaglia-Reggio Calabria, ad un solo binario, non subi’ alcun danno dai bombardamenti fino a Gioia Tauro ma la circolazione si interruppe per alcuni mesi.
Una strada ferrata che fino all’8 settembre era un riferimento nevralgico per i collegamenti lungo lo Stivale, senza treni era un ritratto malinconico d’un pezzo d’Italia già difficile per la sua natura piuttosto aspra e per la povertà della sua gente.
La strada ferrata, tuttavia sia pur senza un treno, si dimostrò utile per tanti militari sbandati dopo l’armistizio che dalla Sicilia e dalla Calabria, a piedi, si accingeva a ritornare a casa, nel Nord per la maggior parte.
Ho vissuto quel periodo, ormai lontanissimo, nel Cilento, in una piccola stazione – Centola – e il ricordo è ancora vivo.
Quella fila di giovani, che si interrompeva solo di notte, che chiedevano un pezzo di pane a noi che ne avevamo appena per non morire di fame ma che tuttavia cercavamo di dividere la pagnotta, era la fotografia dell’Italia sconfitta, abbandonata, senza una guida.

A gennaio del 1944 i treni ricominciarono a circolare da Gioia Tauro ad Agropoli. Un treno all’andata e uno al ritorno, un locomotore elettrico e qualche carrozza di terza classe.
I viaggiatori erano rari ma l'importante era ricominciare.
E quel treno della ripresa consentì a me e a altri giovani di ricominciare ad andare a scuola a Sapri al ginnasio-liceo Pisacane che prima comunale e poi statale grazie al ministro del primo Governo dell’Italia liberata.
Man mano che gli alleati avanzano verso Napoli anche i treni aumentarono di numero e arrivarono prima a Battipaglia che era stata bombardata piu’ volte trattandosi di un nodo importante per i collegamenti ferroviari.
Salerno prima e Napoli piu’ tardi avevano fame nonostante l’occupazione alleata che aveva portato sigarette e scatolette.
I calabresi, la gente di Amantea, Rosario, Gioia Tauro, scoprirono il mercato nero – forse sono stati gli antesignani – dell’olio in modo particolare, della farina e dei fichi secchi.
E il treno che partiva nel pomeriggio da Gioia Tauro e al mattino verso le otto arrivava a Napoli si trasformo’ ben presto in un treno stracolmo di portatori di generi alimentari preziosi per i napoletani affamati.
Ben presto ebbero un nome questi viaggiatori. Si chiamavano Scapicchianti.
E lo “scapicchio” era il contrabbando.
A salire su quel treno era quasi impossibile.
Quando qualche volta tentai di prenderlo alla stazione di Sapri per andare a Napoli – era l’anno 1947 – fu sempre un’avventura salire e farsi largo – si fa per dire – per un posticino in piedi fino a Salerno dove buona parte degli scapicchianti” scendeva con il suo carico.

ricordi di guerra centola per strada


Erano uomini e donne giovani e meno giovani che in questo modo vedevano i primi fogli da mille lire per dieci litri di olio proveniente dagli uliveti di Rosario e Gioia Tauro.
Una faticaccia ricompensata dopo due notte di viaggio. Cinque viaggi al mese e qualche soldo alla fine entrava in tasca.
Quando si aveva la fortuna di entrare in uno scompartimento ti accoglieva uno sgradevole odore di olio che prendeva la gola. Ma tant’era.
Il treno degli “scapicchianti” si era fatto una fama, tutti lo conoscevano.
A quei tempi non c’era la stampa, i giornali arrivava, quando arrivava, da Napoli, e quel pezzo di vita vissuta dai calabresi è rimasta senza cronista.
Ne vale la pena forse ricordarla adesso.

Mario Lorenzini - (foto del 1970 a Torre Orsaia)

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