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I Capobbanna dal punto di vista di Angelo, chitarrista del gruppo

📅 lunedì 24 marzo 2014 · 📰 CulturaCilento

24032014 capobbanna testata
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foto autoredi Giovanni Mautone | Blog

Quando si parla di musica, tradizioni e cultura popolare non accettiamo mai, da buoni cilentani, di venire paragonati alla tradizione napoletana piuttosto che calabrese, ma sosteniamo con forza la nostra tradizione, quella del territorio al di là dell’Alento, che senza peccare di presunzione ha visto nascere diversi artisti o gruppi musicali, ciascuno a suo modo interessante. Ma tra tutti emergono particolarmente i Capobbanna, saliti alla ribalta di recente grazie alla loro partecipazione al Tour Music Fest 2013, durante il quale la loro esibizione è stata premiata niente di meno che da Mogol. Andiamo con ordine però, e partiamo dalle origini facendoci raccontare tutto da uno dei membri “senior” della band. Si chiama Angelo D’Ambrosio e all’interno dei Capobbanna si definisce un “tuttofare”, essendo coautore dei brani, arrangiatore e occupandosi dell’aspetto elettronico. Ah, e quando il gruppo si esibisce lui suona la chitarra e le tastiere…

Angelo,tu fai parte della band sin dal primo nucleo, quindi hai vissuto ogni momento della sua storia. Come descriveresti con 3 parole i Capobbanna? Spiegaci anche il perché.

In realtà quello che oggi viene definito "Capobbanna" è il risultato di vertiginosi cambiamenti, di travagli emotivi e di crescita che hanno influenzato la scelta di due persone. E' dal periodo adolescente che conosco Sergio Scavariello e che facciamo musica insieme (progetti paralleli a parte) e abbiamo tentato tante strade. Tante sono state le esibizioni e le partecipazioni in concorsi nazionali, ovviamente le band portavano un nome diverso. Nell'arco degli anni ci siamo anche spostati in una grande città come Roma per poi ritornare a creare e sperimentare qui nel profondo Cilento, lontano dai semafori e dai rumori confusionali seppur affascinanti della metropoli. Il segno del destino ha voluto, però, che la capitale ci richiamasse in causa a novembre per la finale del Tour Music Fest. E' stata una serata fantastica da tutti i punti di vista, abbiamo colto l'occasione per ritrovare i nostri vecchi amici del quartiere Alessandrino e il mio caro amico Giuseppe Natale, straordinario musicista e compositore con un gran curriculum che ho voluto fortemente come ospite al flauto traverso in un brano del nostro disco. Fortunatamente, con il tempo, quello che oggi è diventato il progetto "Capobbanna" è frutto di una solida line-up completata da altri due grandi amici e validissimi musicisti, una sezione ritmica "pazza" ma di tutto rispetto, composta da Denis Citera alla batteria e Pasquale Palladino al basso. Mi sto dilungando, non credo ti stia rispondendo con tre parole, ma senza esplicazioni varie e oramai intuibili dal mio incipit, oserei direi che i Capobbanna sono: decisi, energici e rumorosamente gradevoli.

Siete partiti subito scrivendo testi vostri, producendo un primo disco autonomamente (Fuje tu) e soprattutto legando la vostra musica alle tradizioni del territorio cilentano e campano in senso ampio. Ma proseguendo, questa scelta vi ha aperto la strada oppure è stata a volte una zavorra?

Assolutamente no, è stata invece una chiave di svolta, forse l'elemento più originale e trainante. L'utilizzo del dialetto cilentano usato in un contesto musicale fatto di tecnologia e di modernità, ha avuto un forte impatto positivo sia per i fruitori del territorio e in seguito per chi ci ascoltato fuori. E' stato per noi un onore aver portato le nostre radici linguistiche sul palco del Piper Club. Il risultato? Abbiamo incuriosito, trasmesso e ricevuto dei premi molto importanti. La cosa ci ha gratificato non poco.

A chi è venuta l’idea di partecipare al Tour Music Fest nel 2013, e a quanti altri concorsi avete partecipato prima di ottenere il riconoscimento dalle mani di Mogol?

In passato, come ti accennavo prima, io e Sergio abbiamo partecipato con altri componenti ad altri concorsi come l'accademia della canzone italiana a Sanremo. Ricordo che in quella occasione ci siamo esibiti all'Ariston, era il 2001. Con gli ormai recentemente consolidati Capobbanna la nostra prima uscita è recentissima. Abbiamo suonato live nel maggio del 2013 al Meeting del mare, presentato il disco al Vico Sound a Vallo della Lucania in luglio e a novembre eravamo già al Piper Club per una finale. Fingendomi realista potrei dire che sono state premiate le nostre lunghe sedute notturne davanti a dei monitor. L'idea di partecipare ad un contest, e in questo caso al Tour Music Fest, è stata di Sergio.

Il tuo soprannome su Facebook, Aghèl, cosa rappresenta per te e quanto peso ha nel tuo lavoro?

Ride (ndr) Al momento poco o niente. In realtà credo che il mio nome e cognome siano troppo lunghi e comuni. Suppongo, e forse mi sbaglio, che in questa epoca iconografica serva qualcosa di sintetico. Poi mi chiedo, per cosa? E qualsiasi teoria precedentemente elaborata finisce in reset. Non saprei, il mio pseudonimo, come del resto molte cose che faccio, è privo di significato. Mi piace la sua formula musicale che deriva dal nulla. E' solo il frutto di una composizione di lettere messe insieme casualmente e che "suonano" in qualche modo.

capobbanna

La Compagnia Nuove Indye durante il Memorial di giovedì scorso a Vallo della Lucania ha lanciato l’idea della produzione di un disco sulla falsa riga della serata svoltasi, ovvero una raccolta dei brani di De Vita interpretata da ciascun artista cilentano. Era un’idea che i Capobbanna avevano messo in cantiere, oppure il vostro disco rispecchierà quanto già fatto in passato?

Sono due cose distinte e separate. Il progetto che mira ad interpretare alcuni dei brani del compianto Aniello De Vita è una cosa di cui si sta occupando la Compagnia Nuove Indye, che è la nostra casa discografica. L'idea dovrebbe coinvolgere gli artisti del neo circuito di musica territoriale "Cilento sona". Massimo Bonelli, il nostro produttore, sta valutando la cosa. Per quanto riguarda i Capobbanna, mi viene da dirti che la musica è sempre in continua evoluzione ed è sottoposta sovente a cambiamenti, stravolgimenti, riproposizioni. Il nuovo disco sarà qualcosa di diverso in parte. Credo sia una condizione naturale, abbiamo una matrice di fondo che è quella ascoltata finora, ma il tutto avrà una nuova veste e un nuovo tempo per poterla respirare, che a sua volta maturerà di li a poco. Ci stiamo lavorando!

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