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Maurano: il Piano sociale regionale 2009-11 taglia i fondi agli ambiti più estesi

📅 mercoledì 4 febbraio 2009 · 📰 ComuniCastellabate

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Criteri di ripartizione del fondo sociale regionale tra gli ambiti della

Campania, stato di precarietà degli operatori che collaborano con l'ufficio

di piano, reddito di cittadinanza e prestazioni-socio sanitarie: sono i

punti cruciali rispetto ai quali il sindaco di Castellabate, Costabile

Maurano, primo cittadino del Comune capofila dell'ambito S/7, chiede alla

giunta regionale modifiche rispetto alla bozza del Piano sociale regionale

2009-11, presentata nella riunione di concertazione il 27 gennaio.

Il sindaco sottopone le osservazioni, elaborate dagli esperti dell'ambito S7 Costabile Paolillo, Anna Spinelli (funzionario del Comune di Agropoli), Pantaleo Pisapia (funzionario del Comune di Vallo della Lucania) e Giovanni Di Lorenzo, all'attenzione dei vertici regionali e provinciali, ma anche ai sindaci dell'ambito S7 che saranno chiamati a esprimersi sulla proposta in sede di coordinamento istituzionale. Lo stesso testo è stato inviato pure all'esame dei limitrofi ambiti di Capaccio S/6, Sapri S/9, Sala Consilina S/4, Palomonte S/10. Pieno sostegno all'iniziativa è già stato espresso dal sindaco di Vallo della Lucania, Luigi Cobellis, e del sindaco di Stella Cilento, Antonio Radano. In particolare, nella bozza del piano 2009/11, quanto agli indicatori di riparto del fondo sociale regionale viene previsto che la parte del fondo destinata agli ambiti sarà trasferita sulla base del doppio criterio della popolazione residente (93%) e dell'estensione territoriale (7%). Un criterio che comporta tagli consistenti per tutti gli ambiti estesi, come il S/7 che si vedrebbe depauperato di 1 milione di euro di risorse. L'ambito cilentano, composto da 41 Comuni, ha una popolazione di 112.000 abitanti, tra cui molti anziani soli, disabili, immigrati, giovani e adulti in cerca di prima occupazione. La popolazione abita per lo più su colline e montagne carenti vie di comunicazione, per cui è necessaria una maggiore spesa per gli operatori che devono raggiungerle. Di qui l'invito a rivedere le percentuali dei due indicatori che nella bozza si basano su una formula matematica non corrispondente ai principi della statistica i quali prevedono un rapporto preciso tra territorio e popolazione con una maggiore incidenza dell'estensione. L'attuale formulazione, oltre a differire dai criteri adottati finora dalla Regione e dalle previsioni della legge quadro sui servizi sociali (che pone il bisogno come cardine dell'intervento), favorirebbe solo gli agglomerati urbani del Napoletano. Un altro nodo è quello della precarietà degli operatori collaboratori dell'ufficio di piano che, oltre a non favorire la serenità necessaria per un lavoro così delicato, fa venir meno l'esperienza e la competenza maturata. Di qui la richiesta alla Regione di adottare provvedimenti di stabilizzazione. Quanto al reddito di cittadinanza, si suggerisce alla Giunta regionale di coinvolgere gli aventi diritto ai benefici in controprestazioni di servizi civici di utilità pubblica, per favorirne in concreto l'inserimento socio-educativo e lavorativo invece di fare mero assistenzialismo. Un'altra questione da affrontare più compiutamente è quella delle prestazioni-socio sanitarie, previste dal DPCM. 14.02.2001. È infatti competenza dell'Asl, in quanto titolare per legge delle prestazioni, provvedere al compito di riscuotere il contributo dall'utente per le prestazioni ricevute. L'intervento di eventuale integrazione economica da parte del Piano di zona ha carattere sussidiario e residuale nonché la compartecipazione alla spesa socio-sanitaria, da parte del Piano di zona, ha lo scopo di garantire a chi è nel bisogno le prestazioni socio-sanitarie.

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