Alimenti. Salerno, sequestrate 142 tonnellate falsi San Marzano
Sequestrate nel porto di Salerno 142 tonnellate di pomodori pelati spacciati ed etichettati per "vero San Marzano" campano ma, di fatto, di origine pugliese. I funzionari dell'Istituto di controllo qualità di Napoli e della dogana di Salerno hanno eseguito l'operazione presso il porto salernitano trovando la merce in 5 containers, senza indicazione in etichetta della sigla dell'azienda produttrice del lotto. Sono state, inoltre, sequestrate 1.600 bottiglie di olio extravergine di oliva per circa 4mila litri anche queste con irregolarità sull'etichettatura e per le quali sono in corso le analisi di laboratorio per accertarne l'esatta composizione chimica. Il rappresentante legale dell'azienda operante nel salernitano è stato denunciato a piede libero.
La societĂ produttrice, che in origine aveva introdotto i containers nel porto per esportarli, aveva avviato le procedure per il reingresso nel territorio nazionale della merce. La circostanza ha insospettito i militari che hanno deciso di controllare il carico. All'interno, infatti, sono stati rinvenuti 12.000 barattoli, che sono stati successivamente sottoposti a sequestro per violazione all'articolo 517 del codice penale, con l'aggravante, in quanto, la frode ha per oggetto alimenti a denominazione di origine protetta (Dop). Il sequestro nasce anche grazie all'operazione del 20 gennaio scorso nei confronti della stessa societĂ esportatrice che, proprio per questo, cercava di rimettere nel mercato interno quanto non era riuscita a esportare.
Soddisfatto il ministro delle Politiche agricole, Luca Zaia: "Prosegue la tolleranza zero che abbiamo inaugurato in questi mesi a difesa del Made in Italy sulle nostre tavole. Il pomodoro è uno dei biglietti da visita alimentari del nostro Paese e complessivamente vale 24 miliardi di euro". Il pomodoro "San Marzano" è inserito nell'elenco delle denominazioni protette dell'Ue, e viene lavorato nell'agro nocerino-sarnese. Alla conferenza stampa erano presenti anche il generale di brigata della Guardia di finanza, Giovanni Mainolfi, l'ispettore generale capo dell'Icq, Giuseppe Serino, e il direttore regionale delle Dogane della Campania, Alberto Libeccio.







