CASTELLABATE: DA SANTA CATERINA A SANTA MARIA A MARE LA STORIA DEL LUOGO CONTINUA
Presentazione del libro 26 Maggio ore 18,30 Chiesa S.Maria a Mare
 
           di Marisa Russo | Blog
di Marisa Russo | BlogCon l’Intervento del Vescovo di Vallo della Lucania Monsignore Ciro Miniero, sarà presentato, nella Chiesa di S. Maria a Mare, l’ultimo testo di Monsignore Luigi Orlotti.
Non ho ancora letto tale libro, c’è attesa poichè la Parrocchia ha un ruolo importante come testimonianza della storia locale e dell’iter sociologico della popolazione. Oltre ad archiviare vari documenti, quando i parroci raccolgono loro considerazioni, tratte dall’attenta presenza ed anche dal vasto panorama di confessioni ascoltate, possono dare interessanti documentazioni sullo stato storico, culturale e sociale della popolazione.
E’ l’antica cappella di Santa Caterina d’Alessandria, della quale ha scritto il professore Gennaro Malzone nel suo testo “La Cappella di Santa Caterina”, dedicata alla martire considerata ed invocata dai Cilentani quale protettrice dei “pazzi”, spesso considerando tali i diversi, che nel 1826 divenne, dato il grande aumento della popolazione, la Chiesa di S. Maria a Mare.
In tale Chiesa, oltre alla presenza, purtroppo non in vista, di un’opera pittorica dedicata a tale Santa la cui foto pubblichiamo, sembra echeggiare quella religiosità orientale, quel rapporto con la lontana terra la cui influenza non è trascurabile.
“A te nun t’aiuta Santa Catarina!” è una frase molto usata nel Cilento per affermare che “Santa Caterina non t’aiuta perciò tu non ragioni, sei pazzo!”
Tale detto, che conferma echi orientali nella cultura cilentana, si rifà ad un racconto su Santa Caterina di Alessandria d’Egitto, vissuta nel IV secolo. Si narra che l’imperatore Massimiliano, in visita ufficiale in Egitto, la notò e se ne innamorò istantaneamente. Saputo che era cristiana, cercò di farla desistere da quella che considerava una folle dottrina e pensò che cinquanta scelti saggi, convenuti da ogni dove, potevano bastare per convincerla a cambiare idea. I cinquanta savi partirono all’attacco con le loro argomentazioni, ma Caterina ribatteva loro con una eloquenza straordinaria. Infine tutti i cinquanta filosofi “impazzirono” per seguire Santa Caterina. Furono quindi tutti giustiziati!
Tale frase dai cilentani viene usata molto facilmente se qualcuno sembra voler uscire dal gregge, dalla massa, fare il “diverso”, il “pazzo”.
L’attento e sempre attivo Don Luigi Orlotti ha avuto anche la fortuna di scoprire che il suo predecessore, Don Emilio Giordano, aveva conservato a partire dal 1949, data nella quale era diventato parroco di tale Chiesa, una vasta cronaca scritta, con anche proprie rivelazioni. Riuscendo anche a ricostruire storie dell’epoca dei precedenti, da Don Luigi Guercio a Costabile Montone, ha realizzato un libro che percorre un cospicuo periodo.
In questo suggestivo luogo che guarda il mare, accanto alla piccola spiaggia, la leggenda racconta che giunse la statua della Madonna trovata in mare da pescatori che l’hanno ormai adottata come loro protettrice. Certo il nome di questa Madonna ed il luogo, con il mare grande simbolo del liquido amniotico, memoria fetale di ciascuno, danno maggiore forza a questa Chiesa ed a questa effige, nella richiesta di un abbraccio con forte sentimento materno, nella ricerca di un abbandono in una rinnovata, protettiva, sacra placenta.

E’ un “lavarsi” come in un mare, in Acqua purificatrice, per trovare nuovo vigore.
Quando giunsi, decenni or sono, in questo sacro luogo fui colpita indelebilmente anche da una Mostra fotografica esposta, vidi poi organizzare la presentazione di un Concorso di poesie, lette sull’altare, tra una folla di ascoltatori. Questo procedere di Don Luigi in un connubio di sacro trascendentale e sacro immanente di espressioni Artistiche mi entusiasmò, trovai già in sé, in questo iter, un intelligente e coinvolgente procedere inusuale, che precorreva i tempi.
Il suo realizzare per anni la rivista “Orizzonti Pastorali” con passione coinvolgente, nella quale anch’io fui captata, lo definivano sempre più esempio di pastore d’anime che ben recepiva il valore della Cultura, della Comunicazione, dell’Arte per elevare le personalità.
Spesso ostacolato, ha sempre poi ritrovato l’entusiasmo per riprendere il suo cammino anche culturale, anche se in modo sempre diversificato, oggi si pone con questo testo quale esempio a tutte le Parrocchie, nell’impegno di mostrare il contributo che esse possono dare nella storiografia locale e generale.
Il professore Vincenzo Volpe che ha scritto la prefazione, conclude rispecchiandolo in due frasi del sacerdote marsigliese Michel Sorkine: “Scegli la classe, lo stile, mai la moda……… e del brio, per favore, come ne hanno i Santi”………. ed io gli faccio coro.
Le foto sono state realizzate per l’articolo da Lazzaro Addesso che ringraziamo fervidamente.

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