NEL CASTELLO DELL’ABATE I PESCI VOLANO
 
           di Marisa Russo | Blog
di Marisa Russo | BlogL’Arte permette di “vivere” le realtà più diverse, di esprimere paure, sogni, richieste più varie comunicando ai fruitori, spesso anche inconsciamente, un mondo vibrante e nascosto. Le opere di Gerardo Marzullo esposte nel Castello dell’abate nell’omonimo paese, con una tavolozza vivace ed un semplice figurativo, potrebbero, ad un superficiale primo impatto, esprimere una visione solo giocosa, tra elementi naturali, animali e piante, ed il mondo della musica. Facile paragonarlo a personalità famose del mondo dell’Arte, catalogarlo in una “corrente”, in uno stile, ma è una catalogazione che interessa lo storico e sminuisce l’individualità dell’autore, la mia visione è di natura psicologica, facendo prevalere il valore unico ed irripetibile dell’essere. Per pulsione innata e poi coltivata ed allenata nel tempo, cerco nelle opere d‘Arte la comunicazione spontanea, spesso anche non voluta, dell’autore, di quell’interiorità unica, non paragonabile a nessuno, che supera ogni riferimento precedente, pur se in parte può averlo condizionato, per trovare quel punto di “libertà” che forse gli è sfuggito, ma che è la vera comunicazione Artistica, l’unica che ha valore, attraverso la quale meglio comprendiamo l’umano e la realtà che ci circonda ! Quelle tavole che con elementi posticci diventano mucche, quei pesci che fuoriescono dal loro habitat per “volare”, per occupare spazi diversi, fuori da ogni condizionamento fisiologico, comunicano un desiderio di rompere costrizioni, di vivere “LIBERTA’” agognate, di trasformazione, di rottura di schemi prestabiliti. Il grande sassofonista che si erige sulla folla è forse volutamente omaggio alla musica che si eleva, ma è anche espressione di una solitudine profonda nella quale vive l’Artista…..tutti gli altri sono distanti! Allora, al di là dell’apparente allegria quasi infantile di quelle realizzazioni, si percepisce una forte ribellione verso un mondo troppo schematizzato, troppo diverso! Allora se dovessi dare un titolo di richiamo al valore psicologico di questa comunicazione artistica, la battezzerei “Desiderio di Libertà”. E’ un desiderio che può esplodere in forti colori, in un rappresentato caos dal quale può nascere una nuova vita, o realizzarsi in tenue sfumature nell’esprimersi con il linguaggio Artistico. A volte il volto colorato esprime un urlo in un mondo nero. Molto spesso le tracce quasi primitive richiamano ai primi Murales ai quali erano affidati comunicazioni essenziali, sembrano evidenziare un desiderio di ritorno all’essenziale, di “pulizia” di questa attuale realtà, “posticcia” come quegli elementi che trasformano le tavole in vite di animali…..ma che restano di legno.

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