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AGROPOLI: Il Tar affonda il piano regolatore

📅 sabato 21 febbraio 2009 · 📰 PoliticaAgropoli

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Il Piano regolatore generale é stato bocciato dal Tribunale amministrativo regionale. Tutto da rifare, quindi. Sono due le sentenze che, accogliendo i ricorsi del costruttore Silvio Russo e di Stefano Gallo, hanno dato l’altolà allo strumento urbanistico riadottato il 18 ottobre del 2006 (deliberato numero 87). Uno solo il motivo assorbente che il Tribunale ha ritenuto fondato: la delibera di adozione del PRG é di competenza della giunta invece che del consiglio comunale e l’adozione deve seguire, invece che precedere, come avvenuto nel caso de quo, l’esame delle osservazioni. A stabilirlo é la legge urbanistica della Regione (numero 16/2004) che ha modificato la stessa denominazione della pianificazione a livello comunale, facendo uso dell’acronimo Puc invece che di Prg. Il Tar ha ritenuto applicabile la legge di quattro anni fa e non quella del 1982. ”La delibera di gravame andava collocata nell’alveo procedimentale disegnato dal più recente legislatore regionale in ragione della data cui essa risale, successiva all’entrata in vigore della legge n.16/04”, ha sentenziato il collegio giudicante. Doveva essere applicato, cioè, il paradigma procedimentale della normativa del 2004 e non quella del 1982. Il motivo? Il deliberato messo sotto accusa n.87 (all’epoca il Comune era guidato dal sindaco diessino Antonio Domini) ha ”natura sostanziale di nuova adozione del piano urbanistico comunale”, in quanto aveva accolto alcune osservazioni presentate da associazioni e privati. Di conseguenza, il PRG veniva rimodulato, approvando anche alcune modificazioni alle norme di attuazione. Il ricorrente Stefano Gallo, proprietario di un vasto appezzamento di terreno, ricompreso in zona G3 del vecchio Programma di Fabbricazione, aveva ottenuto nel 2001 da un commissario ad acta della Provincia l’approvazione di un piano di lottizzazione per realizzare un complesso turistico-recettizio e nel 2002 aveva anche stipulato la prescritta convenzione. Con la pubblicazione, poi, sul Burc (Bollettino ufficiale regione Campania) del relativo avviso di deposito, il Piano di lottizzazione era divenuto esecutivo. A Silvio Russo il Comune aveva rifiutato il ”permesso di costruire” per l’edificazione di un fabbricato a destinazione commerciale, civile abitazione e parcheggio interrato. Il suolo, ricompreso in zona edificabile (B1 del PdF), era stato destinato dal PRG in zona B12 (zona satura recente) e, quindi, inedificabile. I due ricorsi, predisposti dall’avvocato Antonello Scuderi, presentati il 30 dicembre del 2007, sono stati discussi nell’udienza che il Tar ha tenuto lo scorso 8 gennaio. Meno di un mese dopo il deposito delle due sentenze. Il Comune, guidato dal sindaco Franco Alfieri, ha già deciso di impugnare, tramite l’avvocato Lorenzo Lentini, in Consiglio di Stato (Giudice amministrativo di appello) i clamorosi, sfavorevoli verdetti.

Fonte: sfoglia.ilmattino.it

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