LA DUNA PRESTO LIBERATA DALLE PIANTE ALIENE
Come Fare Verde Cilento ci siamo recati il 25 giugno sulla duna della Cala del Cefalo, invitati dalla dottoressa De Riso biologa del Parco nazionale, per verificare insieme al dottore agronomo De Luca i lavori di eliminazione delle piante aliene (non autoctone) presenti sulla duna protetta.
Si tratta di alberi infestanti di mimosa, Aicanto, Acacia diffusisi da tempo nell’area, che rappresentano quindi un grave pericolo per la biodiversità autoctona. Occorreva intervenire con urgenza perché i semi di mimosa stavano germogliando dovunque.
La diffusione partì (probabilmente) dal “giardino” sotto la rupe (area Sic) della discoteca Ciclope, dove esistono da anni anche alberi di eucalipto, palma, bucanville, oleandro, pitosforo, piante non tipiche della duna, introdotte nella duna arcaica davanti la grotta divenuta discoteca.
Da una nota pervenutaci dal dottor De Luca si apprende che ”la cercinatura è una pratica cesoria che consiste nell'asportare un anello di corteccia da una pianta dicotiledone nel periodo dell'anno in cui essa si stacca più facilmente dal legno sottostante. Con l'anello di corteccia vengono asportati anche i fasci vascolari che portano nutrimento alle radici ed il cambio che li ha generati.
L'effetto che si ottiene è la morte dalla pianta che, in quanto specie non autoctona e per di più, invasiva, deve essere eliminata dal delicato habitat dove si è affermata.
A Cala del Cefalo, nel periodo tra il 20 ed il 23 maggio 2014, questa tecnica è stata applicata su più di 100 piante appartenenti a specie di Mimosa, Robinia, Acacia, Ailanthus ed Eucalyptus dislocate in quattro aree a ridosso dei due lati della strada statale 562, per una lunghezza di circa 1,5 km, a partire dall'entrata del Camping Nessuno in direzione Marina di Camerota”.
L’associazione ha chiesto al Parco di intervenire anche nell’area del Ciclope, se si vuole veramente tutelare la biodiversità tipica della fascia dunale e della Cala del Cefalo.

Abbiamo fatto presente infine alla dottoressa De Riso anche la perdita di biodiversità rappresentata dalla Primula palinuri (simbolo del Parco) che fiorisce solamente sulle falesie, sotto le quali si autorizzano depositi e posteggi auto, e dai gigli di mare sulle dune, distrutti dalle ruspe in molte aree del parco.
COMUNICATO STAMPA FARE VERDE CILENTO







