S.Martino Cilento di Laureana (SA) MUSICA CANTO PITTURA E DISCUSSIONE SUL CILENTO
 
           di Marisa Russo | Blog
di Marisa Russo | BlogLa Pro Loco di San Martino Cilento, Presidente Angelo Niglio, chiuderà la programmazione di luglio con un vero inno al Cilento con la presentazione del testo “CILIE’NDO”_addò cànda lu cucùlo_ di Osvaldo Celano che sarà accompagnata da CANTI DELL’AUTORE INTERPRETATI DAL MAESTRO LEONARDO RUSSO. In conclusione il pittore cilentano Mario Romano parlerà e presenterà la sua Arte.
Laureana consegnerà simbolico lauro, simbolo di gloria, all’autore che, ormai stabilitosi in Sicilia, torna spesso nella sua terra, legato da profondo amore che sovrasta la pur chiara critica che ad essa rivolge:
“Marònna, uè mamma,_cche bèllo paèse_ca mme siglisti ppè mme fa nasce………….nn’addore re fringi,_fundanelle affatate,_ e stu màri a fà ra spècchio a lu cielo,_..”!
Già dal titolo e dall’intero frontespizio il libro si dichiara apertamente, senza mezzi termini, libro oltre che meridionale molto meridionalista, forse una risposta a tante provocazioni dei “nordisti”! Subito una parola considerata volgare, ma della cultura del volgo l’autore vuole parlare! Un doppio senso chiaro nel sottotitolo e nell’immagine, come quelli tanto diffusi anche nelle canzoni antiche cilentane, nei canti a distesa, scambiati da coppie con linguaggio erotico camuffato solo apparentemente da parodie prese dal mondo agricolo.
Tra pagine di considerazioni, poesie, canti, detti, evidenzia la cultura cilentana nel suo complesso, tra tradizioni, abitudini, concetti di vita. Rivela anche il carattere cilentano, duro in certi aspetti, ma tenero in altri, focoso, con un fuoco che diventa a volte distruttivo, maschilista ma spesso dipendente dalle donne, chiuso ma bisognoso di compagnia, sentimentale nel profondo, ma spaventato dai sentimenti. E’ denso di contraddizioni, ma capace di rivelarsi con tante possibilità diverse, vero rispecchio di questo territorio che dal mare giunge alle colline ed alla montagna, dagli argentei ulivi della pace ai spinosi, rigidi, “ficurini”, fichi d’india, dalla fine sabbia alla dura terra argillosa, tra percorsi impervi ricchi di curve che celano l’imprevisto di precipizi che incutono il timore del baratro a squarci naturali affascinanti.
Celàno nei suoi canti di un cilentano del suo paese, Perito, che definisce “musicalmente pimpante e foneticamente scoppiettante”, si lascia andare ad immagini sensuali, ma anche a richiami di riti di un tempo di infinita dolcezza. Non è un musicista e non vi sono le partiture delle sue canzoni, ma lui le ha in mente in modo preciso! Cerca un’originario, primordiale senso di vita senza sovrastrutture, ma poi è impegnato nella ricerca culturale di un preciso dialetto, della derivazione dei nomi, degli accenti precisi, non indifferente ad una cultura letteraria, storica, filosofica. La “ voce” di questo autore desta attenzione, è espressione del Cilento e chi vuole conoscerlo non può non ascoltarla! Non mancano tematiche di interessi sociali, dal sindaco criticato dalla popolazione ma votato dalla stessa, alla denuncia di un eccessivo, divulgante pettegolezzo “……..e lassala stà la gente ca te spia_ è povera gente e se vruscia!” , o per l’apatia diffusa “….. sta gente ca nun se po’ cchiù scetà!”, “……e bulesse addeventà campana ppe sunà!!! Putesse fa scetà nu juorno sta gente ca rorme ppe la via : la capo vascia e no la vol’aizà!”
Tanti gli argomenti che nella presentazione possono essere affrontati, come il tema da lui trattato del rapporto di coppia e della visione della donna. “ Pozzo parlà quànno pèscia la haddina perché so’ fèmmena celendàna…….”!!
In realtà, invece, la donna cilentana non è stata sempre attiva, capace di gestire famiglia, fattoria e partecipare anche alla costruzione delle case??
Parliamone!


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