L’ECO DELL’OROLOGIO DI KONISBERG
Casa S.Scolastica S.Maria di Castellabate
 
           di Marisa Russo | Blog
di Marisa Russo | BlogGiuseppe Salzano, dopo la presentazione con Milena Esposito del libro “Qualche volta vado a pesca nell’anima” di Giuseppe Milite (ore 21), presenterà il saggio dell’avvocato_filosofo Lucio Mercogliano, “L’Orologio di Konigsberg”, con la prefazione della sottoscritta Marisa Russo.
“L’OROLOGIO DI KONISBERG”, ovvero il soprannome del filosofo che mostrava le tante sue precisioni nei ritmi cronometrati delle sue giornate nel suo paese, Konisberg, come scelta di titolo di questo compendio di Lucio Mercogliano dedicato a Immanuel Kant, sembra evidenziare anche altro: diventa un simbolo che richiama al rassicurante ritmo di quell’orologio sulla torre …….distrutto poi, bruscamente, brutalmente dalla guerra inesorabile, come in gran parte è ora distrutta l’attenzione alla Cultura.
Il profondo timore del trascorrere, dell’imprevedibile, può rivelarsi nell’ancorarsi ad abitudini fisse, in un habitat quanto più possibile statico, curato in ogni particolare, che può essere anche esteticamente affascinante, ma immobile, quasi preservato, protetto dalle energie dinamiche del vivere.
Sulla copertina, importante messaggio sintetico visivo dell’opera, nello squarcio ottocentesco che riconduce all’epoca vissuta dal filosofo trattato, quasi in esso cristallizzandolo.
Significativa è anche la foto della scultura “Il Pensatore”, di Auguste Rodin, inserita nel testo, simbolo di quello che mi sembra il principale valore del libro: INVITO A PENSARE.
Mercogliano pensa, riflette sugli scritti di Kant, ed invita a pensare senza affermare nei confronti del filosofo una sua “critica”, una sua chiara posizione definitiva, attuando così un’impostazione Kantiana: insegnare a pensare e lasciare libero il pensiero.
“Pensare -scrive Kant_ ci rende sensibili alle sfumature dei sentimenti ed alle possibilità dell’immaginazione”.
Egli si rivela caposaldo, dopo la rottura dell’oscurantismo medioevale, tra l’Illuminismo che tende a chiarire tutta la realtà con i lumi della ragione, ed il Romanticismo, dando dignità di forma e di vita spirituale alla fantasia ed al sentimento dal primo banditi.
Saranno le geometrie non Euclidee che contrasteranno la filosofia Kantiana, che assume come giudizio sintetico a priori i postulati di Euclide, convergendo in una teoria fondamentale come quella della Relatività generale di Einstein.
Tante le considerazioni che questo testo mi ispira, ma mi limiterò a quelle più facilmente recepibili e sempre attuali, per dimostrare che è un libro che molti possono leggere e trarne ognuno delle affermazioni da condividere, impegnando del tempo in una ginnastica mentale essenziale. L’autonomia intellettuale dell’individuo è fondamentale, la società non potrà migliorare se non vi sono intelletti autonomi e capaci di proporre.
Come persona interessata alla Comunicazione, non posso non recepire e trasmettere, in sintesi, il valore comunicativo di questa sua ampia presentazione dalla vita alle abitudini del filosofo, alle sue citazioni, con una succinta panoramica di altri filosofi dell’epoca, con breve inserimento di alcuni filosofi a lui susseguiti: è un interessante iter che conduce per mano in uno spaccato del mondo filosofico, quale stimolo ad approfondire poi ciò che il lettore crede.
Nella nostra attuale epoca che vede i tragici risultati di una netta divisione tra Scienza, sempre meno”pura” e più rivolta alla sola sua applicazione, la tecnologia, Filosofia, troppo trascurata, e Religione poco approfondita, è importante richiamare a quell’unione nel passato esistente e di cui sarebbe ora auspicabile un recupero.
Ben vengano tali testi come fiammiferi accesi per illuminare quei reconditi spazi delle menti che la vita attuale ha assopito!
Quanto necessario sarebbe ritrovare il senso del dovere a cui richiama Kant, qualcosa di assolutamente certo e saldo su cui la morale deve basarsi. Come poco diffusa è la comprensione della differenza tra legalità e moralità: quanto anche si agisce in legalità, seguendo leggi costituite da uomini, condizionate dall’epoca e dalle circostanze, molte volte si può agire immoralmente!
E’ la morale che va seguita, che è l’eliminazione dell’egoismo e del posizionare al primo posto i propri vantaggi, la moralità deve fare violenza anche ai propri impulsi, non è dipendente dalla religione, si autodetermina.
E’ inevitabile recepire come ogni persona, anche se geniale, è profondamente determinata dalle sue origini, dai suoi geni e dall’educazione ricevuta, dalle sue prime esperienze infantili, come fu anche per Kant. Il maggiore sforzo consiste, se e quando se ne prende coscienza, nel rompere quelle “catene” conficcate profondamente per “nascere” in una libertà che consente la costruzione del sé. I “limiti” di ciascun essere umano sono tanti, l’idea di “limite” è un concetto chiave delle “critiche” di Kant. Importante anche il suo richiamo ad alternare i momenti di contatto con gli altri, di socievolezza, con i necessari momenti di silenziosa solitudine per pensare ed ”ascoltare” i propri pensieri. Contro il diffondersi della continua ricerca di stordimento, di distrazione fine a sé stessa, in questa società inquinata ad ogni livello, in cui anche l’inquinamento acustico è spesso eccessivo, il silenzio deve essere riconosciuto e ritrovato come valore. Tanti i richiami importanti, al di là del “tuffarsi” in disquisizioni con linguaggio prettamente filosofico, che lasciamo ai filosofi, come quello di dare grande importanza alla ragione, che “permette di uscire da qualsiasi situazione”!
Sempre necessaria, forse ancor più attualmente, la distinzione tra “dotti” ed “intelligenti”, scrive Kant; “ molti i dotti (propriamente uomini di studio) che mostrano ben poca intelligenza, per cui le Accademie sfornano più teste d’uovo di qualsiasi altro stato sociale”. Quindi i dotti, che non è detto siano intelligenti, ma ricchi di nozioni, per la loro presunzione ed il plagio che possono attuare, sono molto più pericolosi degli ignoranti intelligenti! E’ necessario non inculcare nozioni, ma favorire lo sviluppo delle intelligenze perché poi ciascuno possa riflettere con la propria testa.
Ho cercato di comunicare che questo testo non è qualcosa di astruso solo per gli addetti ai lavori, poiché molte sono le affermazioni ed i suggerimenti importanti per ogni persona pensante.
Forse non potrà trovare il gusto della massa, ma ricordiamo con Kant che
“ Non bisogna cercare il favore della moltitudine: raramente esso si ottiene con “mezzi” leciti ed onesti, ma cercare piuttosto l’approvazione di pochi, non si devono contare le “voci”, ma soppesarle”!!

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