IL DEGRADO DEL BASSO CILENTO
Purtroppo la stagione turistica 2014 sta volgendo al termine, lasciando in retaggio i soliti problemi ed alcuni in aggiunta.
Complice anche un’estate tra le più turbolente, dal punto di vista meteorologico, di tutti i tempi, il bilancio relativo alle presenze turistiche è in pauroso declino, come tra l’altro ampiamente documentato dalle reti televisive nazionali e locali.
Le questioni da risolvere sono innumerevoli: a partire dalla vergognosa indifferenza degli enti territoriali sovra comunali, specie in relazione alla ormai annosa chiusura della SP430 (cosiddetta Cilentana), la quale, nonostante i trionfalistici e vani proclami di alcuni politici del territorio rimane tristemente interdetta al traffico veicolare, dirottato sulle verdi colline prignanesi, cornice assai affascinante sotto il profilo naturalistico e paesaggistico, ma percorsa da una strada per nulla adatta a sopportare un volume di traffico impegnativo e comprendente veicoli pesanti quali TIR, autobus e via discorrendo. E’ recente una voce di corridoio secondo la quale la predetta chiusura potrebbe protrarsi indefinitamente a causa della particolare difficoltà della situazione di dissesto idrogeologico del territorio attraversato. Ma v’è di più!!! Le Ferrovie dello Stato seguitano ad ignorare colpevolmente il basso Cilento, in effetti, l’ente nazionale che gestisce la rete ferroviaria ha sì aggiunto due treni destinati al Cilento per la sola estate ma, assai curiosamente, l’ultima fermata dei treni in parola, si badi rigorosamente stagionali, è stata la stazione di Vallo della Lucania – Castelnuovo, venendo in tal modo escluso tutto il territorio fino a Sapri, ivi compresi comuni ad evidente vocazione turistica quali Camerota, Pisciotta, Centola, S. Marina, Vibonati, tra i più rimarchevoli. In aggiunta a tutto quanto fin qui osservato è giusto rammentare che nemmeno nel corso della quasi conclusa estate 2014 è stato attivato il “Metrò del Mare” anche allo scopo di ovviare alle gravi deficienze della viabilità e dei collegamenti stradali e ferroviari. Si vuole anche comprendere la fase non semplice dell’economia nazionale e la conseguente politica di “tagli” adottata dallo Stato centrale nei confronti delle autonomie locali, ma la suddetta politica non aiuta in alcun modo la cosiddetta spending review, e quindi il risparmio di risorse da impiegare per incoraggiare gli investimenti pubblici e privati e, pertanto, creare nuova occupazione, anzi tali scelte di politica economica rischiano di condurre questo territorio meraviglioso, ricco di storia, cultura, tradizioni enogastronomiche, oltre che di bellezze naturali ineguagliabili, al definitivo tracollo, obbligando contemporaneamente in particolare le giovani generazioni a partire alla ricerca di un’occupazione che, con un’attenta programmazione turistica, troverebbero in loco senza alcuna difficoltà. Infatti, i mutamenti climatici assicurano una bella stagione che, per temperature e condizioni del tempo, si protrae almeno fino ad ottobre inoltrato. Di conseguenza, più che parlare di “destagionalizzazione” del turismo, parola assai ed inutilmente abusata, si dovrebbe agire decisamente verso il miglioramento dei collegamenti stradali e ferroviari, oltre ad istituire definitivamente, nel corso di tutte le stagioni estive, il servizio “Metrò del Mare” anche al fine di “alleggerire” il traffico stradale e ferroviario. Inoltre, soprattutto i comuni, con la collaborazione della Regione Campania, della Provincia di Salerno e del Governo Centrale, dovrebbero agire in sinergia tra loro per reperire i tanti fondi comunitari tuttora inutilizzati, com’è emerso di recente da alcuni studi condotti in sede europea. Non basta promuovere il nostro stupendo Cilento per poi vivere un settembre “fantasma” ogni anno, poiché in questo periodo “pre-autunnale” le nostre bellezze naturali sono ancora più fruibili ed affascinanti, liberate dal chiasso e dagli eccessi del turismo di massa. Forse è questa la strada migliore da percorrere per migliorare il target dell’offerta turistica, senza ridurci alla solita trita e ritrita frase di circostanza: “se non vengono questi allora chi viene?” e che sa tanto di capitolazione alle ragioni di un “turismo” che lungi dall’arricchirci ci impoverisce da ogni punto di vista, non garantendo lavoro ben retribuito bensì semischiavistico a carico di tante persone che altro non chiedono se non di vivere nella loro terra senza essere obbligate a lasciarla. Ovviamente spetterà al futuro rivelare la giustezza o meno delle nostre osservazioni, sperando che non sia già troppo tardi …
COMUNICATO STAMPA







