Ospedale di Agropoli, i sindaci del distretto 108 chiedono il potenziamento a Bassolino
È una delibera votata all’unanimità dei presenti quella che è stata varata ieri (22 maggio) dal Comitato dei sindaci del Distretto sanitario n. 108 di Agropoli: chiede al presidente della Giunta regionale Antonio Bassolino, all’assessore regionale alla sanità Angelo Montemarano e al direttore generale dell’Asl Salerno 3 il potenziamento dell’ospedale civile di Agropoli, soprattutto in vista dell’emergenza della stazione estiva che è ormai alle porte.
Tutti i sindaci del distretto 108 - che comprende i 14 Comuni di Agropoli, Castellabate, Cicerale, Laureana Cilento, Lustra, Montecorice, Ogliastro Cilento, Perdifumo, Pollica, Prignano Cilento, Rutino, San Mauro Cilento, Serramezzana, Torchiara – sono stati convocati dal presidente facente funzioni e primo cittadino di Castellabate, Costabile Maurano, e hanno convenuto sulla necessità di chiedere alle tre cariche più alte della sanità regionale e locale “affinché provvedano al potenziamento del presidio ospedaliero di Agropoli anche mediante una redistribuzione del personale già in servizio presso le strutture dell’Asl Sa 3 e, in mancanza, con l’assunzione di nuove unità in deroga al previsto blocco delle assunzioni”.
Ma i sindaci hanno anche deliberato di “riservarsi di adottare ulteriori iniziative comuni e condivise, anche di tipo dimostrativo, al fine di sollecitare la risoluzione di questa emergenza da parte degli Organi e degli Enti preposti”.
La questione è nota: l’ospedale civile di Agropoli rappresenta il riferimento sanitario di un ampio territorio compreso tra Capaccio-Paestum e Pollica, includendo la stessa Agropoli, Castellabate, Montecorice, S. Mauro Cilento e molti altri Comuni dell’entroterra.
Si tratta di un comprensorio fortemente vocato al turismo balneare, che nei mesi più caldi vede decuplicare la sua utenza: ai circa 42.000 abitanti che rappresentano la popolazione stanziale del Distretto sanitario n. 108, si aggiungono infatti i 25.000 residenti di Capaccio e dei Comuni limitrofi, che è poi la più alta densità di popolazione di tutta l’area cilentana, ma nel periodo di maggiore afflusso turistico il comprensorio registra anche 500.000 arrivi giornalieri.
Nel triennio 2004-2006, in base agli stessi dati in possesso dell’Asl Salerno 3, le cifre riferite agli accessi al Pronto soccorso, ai ricoveri nelle Unità operative, agli infartuati curati, alla traumatologia, alla rianimazione e all’attività chirurgica svolta per politraumi presso l’ospedale di Agropoli, mostrano che l’incidenza di accessi ha superato quella degli altri presidi dell’Asl in particolari periodi dell’anno.
La delibera dei sindaci fa seguito alle sollecitazioni che giungono dagli stessi operatori sanitari affinché questo fondamentale presidio sia dotato di personale, mezzi e risorse adeguate alle esigenze sanitarie di residenti e turisti. L’imminenza della stagione estiva, inoltre, determina l’esigenza di adottare tutte le misure necessarie a garantire il potenziamento dell’ospedale.
Sempre nella seduta di ieri (22 maggio) il comitato dei sindaci del distretto 108 ha deliberato all’unanimità dei presenti anche la richiesta al presidente Bassolino, all’assessore Montemarano e al manager Saracino di “affinché sia previsto il potenziamento, in mezzi e personale, del Dipartimento di Prevenzione con strutture localizzate nei Comuni costieri, all’interno di locali di proprietà dell’Asl o messi a disposizione dai Comuni”, nonché di “istituire una Conferenza programmatica per la valutazione dello status quo e la stesura di specifici programmi di intervento da verificare in tempi stabiliti”.
Il Dipartimento di Prevenzione (D.P.) è stato istituito con D.L.vo 502/92 “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della Legge 23 ottobre 1992, n. 421”, successivamente modificato e integrato con il D.L.vo 517/93 recante “Disciplina dei rapporti fra Servizio sanitario nazionale ed università, a norma dell’articolo 6 della legge 30 novembre 1998, n. 419” e con il DL.vo n. 229/99 recante: “Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell’art.1 della legge 30 novembre 1998, n. 419”.
Al D. P. afferiscono le tre grandi Aree della Sanità Pubblica, della Tutela della Salute negli Ambienti di Lavoro e della Sanità Pubblica Veterinaria: il legislatore ha inteso costituire una macrostruttura polifunzionale ed interattiva al fine di promuovere azioni volte ad individuare e rimuovere le cause di nocività di origine ambientale, umana ed animale, mediante iniziative promosse in collaborazione con i Distretti, con le altre strutture dell’Azienda Sanitaria Locale e dei Presidi Ospedalieri, in sinergia con le Amministrazioni comunali, provinciali e regionali. Ciò al fine di rispondere in maniera puntuale ed esaustiva alle molteplici esigenze della collettività e alle eventuali emergenze del territorio di competenza.
Tra le funzioni del dipartimento, anche in riferimento alla definizione dei livelli essenziali di assistenza (LEA), a supporto dell’Autorità Sanitaria Locale, si profilano le seguenti attività:
a) profilassi delle malattie infettive e parassitarie;
b) tutela della collettività dai rischi sanitari degli ambienti di vita anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali;
c) tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi agli ambienti di lavoro;
d) sanità pubblica veterinaria che comprende sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie; farmacovigilanza veterinaria; igiene delle produzioni zootecniche; tutela igienico-sanitaria degli alimenti di origine animale;
e) tutela igienico-sanitaria degli alimenti;
f) sorveglianza e prevenzione nutrizionale.
Per adempiere a tali scopi il Dipartimento di Prevenzione è organizzato nelle seguenti strutture:
a) igiene e sanità pubblica;
b) igiene degli alimenti e della nutrizione;
c) prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro;
d) sanità animale;
e) igiene della produzione, trasformazione e commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati;
f) igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche.
Le Regioni, le Province e i Comuni individuano le modalità e i livelli di integrazione fra politiche sanitarie e politiche ambientali, prevedendo la stipulazione di accordi per specifici programmi per la tutela della popolazione dal rischio ambiente, con particolare riguardo alle attività di sorveglianza epidemiologica e di previsione dei rischi.
Per questi motivi, nel territorio dell’ASL SA 3 la politica sanitaria deve puntare, con le altre strutture coinvolte, all’elaborazione e all’attuazione di strategie di prevenzione per garantire il benessere della collettività.
 
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