Parco del Cilento: 90% dei frantoi scarica rifiuti in fiumi
Il 90% dei frantoi che operano nella zona del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ha commesso gravi abusi ambientali, scaricando direttamente nei fiumi acque reflue provenienti dalle operazioni di molitura. Il dato emerge a conclusione dell´indagine del nucleo di polizia ambientale aggregato alla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania nel territorio dei fiumi Lambro e Mingardo, nel basso Cilento mirata a evitare l´inquinamento ambientale dei corsi d´acqua provocato dagli scarichi reflui degli opifici. L´intervento ha coinvolto tutti e dieci i frantoi ubicati nei pressi dei fiumi ed e´ durato oltre un anno, durante il quale la polizia ambientale ha setacciato palmo a palmo oltre 30 chilometri di fiume scoprendo che ben nove frantoi su dieci avrebbero commesso abusi. Sono stati scoperti anche veri e propri bacini artificiali creati dai proprietari di alcuni dei frantoi coinvolti nell´indagine, all´interno dei quali erano state scaricate tonnellate di sanza e acque di vegetazione, con il pericolo reale di inquinamento del terreno e delle falde acquifere sottostanti. Tra i reati commessi, inoltre, quello urbanistico-edilizio, dato che per quattro opifici non risultava neppure l´autorizzazione di destinazione d´uso. I frantoi, che producevano olio extravergine d´ oliva certificato ´´DOP´´, infatti, risultavano come ´´depositi agricoli´´. Tra i reati contestati, quelli ambientali, paesaggistici, urbanistici ed edilizi.







