Uccio Spocchia e il delirio di onnipotenza
di Tonino Luppino | BlogAlcuni mesi or sono, un amico di vecchia data, nel corso d’una piacevole serata conviviale in collina, in compagnia di altri buontemponi, ha raccontato la storia del signor Uccio Spocchia: un politico mediocre che credeva di essere un cavallo di razza!
“Il signor Spocchia- comincia a raccontare il mio amico, mentre tutti sorseggiamo una deliziosa grappa barricata davanti al caminetto- era un uomo pieno di sé: arrogante oltre ogni limite!
Odiava le critiche ed era circondato da sodali.
Ordinario, rozzo, senza qualità e senza doti intellettuali, bofonchiava invece di parlare, e non guardava mai negli occhi i suoi interlocutori, che congedava con mano “moscia e sudaticcia”.
Purtroppo, nella periferica realtà ove aveva vissuto la sua vita grigia e monotona, era un uomo rispettato più che stimato, perché occupava un posto di prestigio.
Era un politico che pensava soltanto a vendicarsi dei torti subìti.
Politicamente non era un’aquila, ma un animaletto da cortile.

Non possedeva, naturalmente, il dono del perdono e non aveva la nobiltà d’animo, necessaria per “recuperare” coloro che in politica lo avversavano.
Come tutti i mediocri che vaneggiano, lasciandosi andare in deliri di onnipotenza, anche il signor Uccio Spocchia cadde nella polvere e finì relegato nel più cupo degli oblii.
Raccontano che, dopo la sua morte, alcune persone sputarono sulla sua tomba!”.
“Ciò che più rattrista di questa storia- conclude il mio amico- è l'amara constatazione che il signor Uccio Spocchia, fino a quando ha esalato l’ultimo respiro, è rimasto convinto d’ aver svolto, per tutta la sua vita, il ruolo del politico di razza, mentre, in realtà, fu un “coniglio innestato a volpe”, senza infamia e senza lode, come felicemente lo apostrofò un suo avversario politico!”.

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