La Chiesa del Cilento promuove il servizio diaconale
di Emilio La Greca Romano | BlogLa costituzione “Lumen gentium” del Concilio Vaticano II, nel numero 33 dice: "I laici congregati nel Popolo di Dio e formando l’unico Corpo di Cristo sotto l’unico capo, sono stati chiamati, come membra vive, a contribuire alla crescita e alla santificazione incessante della Chiesa con tutte le loro forze, ricevute da parte del Creatore per mezzo della grazia del Redentore".
Nella Chiesa di oggi il diacono è un membro effettivo del clero. Egli appartiene alla gerarchia della Chiesa, in una distinta Diocesi o in un Istituto Religioso. A questi non viene impedito, in alcuni casi, che possa ricoprire ruoli di guida o direzione in una comunità ecclesiale. E’ il primo grado del Sacramento dell'Ordine, ed è finalizzato all'aiuto e al servizio dei due gradi di partecipazione ministeriale al sacerdozio di Cristo: l'Episcopato e il presbiterato.
Il Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, Mons. Ciro Miniero, ha molto a cuore la figura del diacono permanente nella Chiesa del Cilento.
Con il suo arrivo è stato dato il via ai corsi di formazione al diaconato.
Dopo la celebrazione dell’ora media, don Damiano ha tenuto una profonda, edificante e circostanziata riflessione sul Vangelo di Gv. 6, 14-21, lasciando più ricchi di spirito tutti i presenti.
Sua Eccellenza il Vescovo di Vallo della Lucania, Mons. Ciro Miniero, nella chiesa di “San Pietro” di Capaccio Capoluogo, ha presieduto la Celebrazione Eucaristica. Mons. Miniero, dopo avere paternamente accolto i presenti, ha illuminato tutti sul Vangelo di Lc. 18, 9-14.
Un momento di grande commozione, nel corso della celebrazione liturgica, è stato quello dedicato al ricordo del compianto Stefano Chiarelli, diacono permanente, scomparso lo scorso aprile. Ulteriori impegni hanno sottratto Mons. Miniero alla fine della celebrazione che, prima di lasciare i convenuti, ha garbatamente salutato e ringraziato i presenti.
Le ore pomeridiane sono poi state dedicate al Sacramento della Riconciliazione e al dialogo tra le famiglie dei diaconi permanenti e quelle degli aspiranti. Gli aspiranti, entusiasti e validamente motivati, hanno voluto conoscere meglio l’esperienza dei primi. Si sono sentiti sollecitati a formulare domande di approfondimento circa il cambiamento di vita nella coppia e nella famiglia; un cambiamento che, di certo, nel percorso intrapreso si è verificato; un cambiamento che la chiamata al servizio, comunque, comporta.

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