SALERNO PATTI TERRITORIALI, BUFERA SUGLI ALBURNI. 25 PERSONE INDAGATE
SALERNO — Bufera sul Patto territoriale Alburni-Calore Salernitano. Sono venticinque le persone indagate con l’accusa di aver distratto denaro pubblico e di averne beneficiato illegittimamente. Il meccanismo era quello delle scatole cinesi: la società «Master Consulting Group srl» gestiva i finanziamenti pubblici erogati dal ministero del Tesoro per lo sviluppo dei comuni rientranti nel Patto territoriale. La seconda società, «Alburni Calore Sviluppo srl», responsabile del Patto, aveva affidato alla prima la consulenza giuridico, finanziaria ed economica. La Procura di Salerno stava indagando su entrambe dal 2005. Poi, ieri mattina, il gip Vito Di Nicola ha convalidato la richiesta di sequestro avanzata dal pm Vincenzo Senatore. E ha messo i sigilli a un patrimonio mobiliare e immobiliare del valore complessivo di quasi 2 milioni e 200mila euro. Sequestrando tre aziende agricole (presunte beneficiarie dei contributi pubblici), appartamenti, terreni e denaro contante.
LE RICHIESTE DI RINVIO A GIUDIZIO - Nel frattempo il sostituto procuratore ha depositato anche la richiesta di rinvio a giudizio per 25 persone. Tra di esse compaiono i nomi del vicepresidente dell’Alburni Calore Sviluppo srl, Carmine Sica, e dell’amministratore unico dell’altra società, Giuseppe D’Alessandro. Entrambi sono accusati di peculato, corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale ed ideologico (commesso da pubblico ufficiale) in atti pubblici, indebita percezione di erogazioni e malversazione ai danni dello Stato. Nel mirino della procura salernitana finisce un finanziamento erogato dal ministero del Tesoro di oltre 7 milioni e 700mila euro. E finiscono anche 13 imprenditori agricoli della zona, colpiti dai sequestri giudiziari. La magistratura risale a loro tramite le proprie mogli, i cui nomi compaiono sugli assegni staccati dalla società di gestione economica del patto territoriale con l’importo del contributo statale di cui avrebbero beneficiato per promuovere lo sviluppo della propria azienda e, di conseguenza, del territorio. I tredici imprenditori agricoli avrebbero usufruito di un finanziamento di 2 milioni di euro. Finanziamento considerato illegittimo dalla Procura, che per anni ha setacciato la documentazione presentata dalle aziende alle società incaricate di distribuire i finanziamenti statali.
L'INCHIESTA - Il perno dell’inchiesta gira intorno a Giuseppe D’Alessandro che, in qualità di capo dell’ufficio staff del Patto, avrebbe «falsamente attestato i requisiti e la regolarità della documentazione posta alla base delle richieste di erogazione dei contributi, favorendo in tal modo l’illecita percezione degli stessi ». A beneficiare dei soldi pubblici sarebbero stati i 13 imprenditori attualmente indagati e destinatari del provvedimento di sequestro. Ed è ancora la magistratura a ritenere che la distrazione di denaro avrebbe «arrecato un grave pregiudizio alle finalità di promozione e di sviluppo oggetto dello strumento di impulso economico qual è il Patto territoriale Alburni Calore Salernitano ».
Angela Cappetta 
        






