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Pirateria informatica, quel "vizio" campano, la provincia di Salerno batte col 42% quella di Napoli 40

📅 giovedì 7 maggio 2009 · 📰 AttualitàSalerno

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Trend al 36 per cento nel 2008 a fronte della Sicilia con il 30 per cento e della Puglia con il 28. La provincia di Salerno in percentuale batte con un 42 per cento quella di Napoli al 40

Il neofita del computer entra nel negozio per comprare il suo primo pc. Il commerciante gli offre l’apparecchio completo del sistema operativo e di software a un prezzo vantaggioso. E il cliente - uno studente, magari, con i soldi contati in tasca - accetta. È questo un esempio di pirateria informatica che, come in molti altri campi (dalle scarpe firmate alle sigarette) fa balzare la Campania al primo posto nelle classifiche nazionali della contraffazione. Trend al 36 per cento nel 2008 (l’unica buona novità è che c’è un miglioramento rispetto al 2005, con un trend al 46 per cento) a fronte della Sicilia con il 30 per cento e della Puglia con il 28.

Insomma, la nostra regione predilige la falsa griffe anche davanti al monitor, e trova nell’importazione clandestina dalla Cina il principale fornitore. Dato a sopresa, poi, è che la provincia di Salerno in percentuale batte con un 42 per cento quella di Napoli (al 40), e c’è un grosso stacco con le più virtuose provincie di Caserta (28), Avellino (26) e Benevento (22). Percentuali calcolate su commercianti disonesti, che in molti casi imbrogliano l’a cquirente esponendolo ai rischi esistenti nel mondo virtuale.

Dati oggettivi, che interessano in particolar modo Microsoft, il cui sistema operativo Windows e programmi come Office sono bersaglio principale della pirateria informatica a differenza di alcuni concorrenti più blindati e protetti. I dirigenti sono stati ospitati al consolato americano per illustrare la mappa della pirateria campana, a cominciare dagli 883 rivenditori colti in fallo con programmi contraffatti. Vere e proprie indagini eseguite dai cosiddetti “mistery shopper” della Microsoft che si presentano nei negozi come clienti per cercare la fregatura. Negli ultimi quattro anni con duecento procedimenti civili promossi in Campania, di cui il 90 per cento si è concluso con transazioni e il 10 è ancora pendente. Dunque è nei negozi infedeli che si consuma la pirateria, con la vendita dei prodotti contraffatti oppure con l’h ard disc downloading (procedure non corrette di installazione) E solo al terzo e quarto posto sono i download dai siti peer to peer oppure la semplice duplicazione abusiva. Tutto è possibile in World wide web con il 25 per cento dei siti che offre software Windows contraffatto. Così il neofita rischia, quando esce dal negozio infedele, di avere un sistema operativo che non funziona (34 per cento), una parte del software che non fa parte dell’originale (65 per cento) e a rischio hacker.

Fonte: napoli.repubblica.it

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