Cliniche e laboratori: un giorno di sciopero contro l’Asl unica
Il 19 maggio prossimo si ferma l’assistenza sanitaria privata salernitana. Con una manifestazione programmata da Cgil, Cisl e Uil, a cui ha aderito l’Aiop, l’Aspat e Confindustria, che comincerà con un presidio dinanzi alla sede della Siba spa di Roccapiemonte (che gestisce varie case di cura private) e terminerà a Salerno dinanzi alla sede dell’Asl di via Nizza. E con un solo obiettivo: ottenere il pagamento delle mensilità pregresse che, attualmente, ammontano in media a due mesi di arretrato. Il bersaglio è la neo struttura commissariale dell’azienda sanitaria locale. Che, nella stessa giornata in cui i dipendenti delle strutture private proclamano lo stato di agitazione, incassa anche le critiche degli operatori della sanità pubblica. Con in testa i dipendenti dell’ospedale Da Procida di Salerno e del presidio Santa Maria della Speranza di Battipaglia.
«Il commissariamento dell’Asl ha peggiorato i rapporti sindacali - attacca senza mezzi termini Antonio Marangone (Uil) - un prefetto che convoca il commissario e questi non si presenta la dice lunga sul futuro dei rapporti». Il secondo affondo a Fernando De Angelis lo sferra Pietro Antonacchio (Cisl). «L’aspetto inquietante dice - è che a tutt’oggi non è chiaro il limite entro il quale i commissari si muovono. Stiamo assistendo a convulse quanto incomprensibili operazioni che non fanno presagire altro che un ulteriore aggravio di spesa per il comparto pubblico, cui fa da contraltare il mancato pagamento delle rimesse mensili per le strutture private già al collasso». L’epilogo di Antonacchio è che «non si sa che fine ha fatto la quota Aiop, messa da parte dall’ex direttore generale Pagano per pagare i titolari delle strutture private ». Le conclusioni sono lasciate a Lello Albano che ammonisce De Angelis, consigliandogli di «non pensare solo all’asl unica ma a creare una rete dell’emergenza sul territorio». Non sono più calmi i toni usati dai rappresentanti della sanità pubblica. Con Antonio Cella (Cgil) che scrive al commissario denunciando la mancata applicazione del nuovo piano ospedaliero regionale che riserva all’ospedale Da Procida la configurazione di un presidio specialistico nel settore della riabilitazione.
«Non possiamo assistere quotidianamente allo svuotamento di risorse - scrive Cella - e allo smantellamento in atto da parte della dirigenza che continua a picconare il futuro del presidio». Situazione critica anche a Battipaglia, dove la porta delle sale operatorie si apre solo per gli interventi urgenti. La denuncia parte ancora una volta dalla Cisl che pone l’accento sul differimento di nove interventi programmati e sui turni massacranti (anche di 17 ore) che gli infermieri sono costretti a coprire «senza neanche che venga loro pagato lo straordinario». Sanità Sindacati compatti nello stato d’agitazione Cliniche e laboratori: un giorno di sciopero contro l’Asl unica L’assistenza privata si ferma il 19 SALERNO — Il 19 maggio prossimo si ferma l’assistenza sanitaria privata salernitana. Con una manifestazione programmata da Cgil, Cisl e Uil, a cui ha aderito l’Aiop, l’Aspat e Confindustria, che comincerà con un presidio dinanzi alla sede della Siba spa di Roccapiemonte (che gestisce varie case di cura private) e terminerà a Salerno dinanzi alla sede dell’Asl di via Nizza. E con un solo obiettivo: ottenere il pagamento delle mensilità pregresse che, attualmente, ammontano in media a due mesi di arretrato. Il bersaglio è la neo struttura commissariale dell’azienda sanitaria locale. Che, nella stessa giornata in cui i dipendenti delle strutture private proclamano lo stato di agitazione, incassa anche le critiche degli operatori della sanità pubblica. Con in testa i dipendenti dell’ospedale Da Procida di Salerno e del presidio Santa Maria della Speranza di Battipaglia. «Il commissariamento dell’Asl ha peggiorato i rapporti sindacali - attacca senza mezzi termini Antonio Marangone (Uil) - un prefetto che convoca il commissario e questi non si presenta la dice lunga sul futuro dei rapporti».
Il secondo affondo a Fernando De Angelis lo sferra Pietro Antonacchio (Cisl). «L’aspetto inquietante dice - è che a tutt’oggi non è chiaro il limite entro il quale i commissari si muovono. Stiamo assistendo a convulse quanto incomprensibili operazioni che non fanno presagire altro che un ulteriore aggravio di spesa per il comparto pubblico, cui fa da contraltare il mancato pagamento delle rimesse mensili per le strutture private già al collasso». L’epilogo di Antonacchio è che «non si sa che fine ha fatto la quota Aiop, messa da parte dall’ex direttore generale Pagano per pagare i titolari delle strutture private ». Le conclusioni sono lasciate a Lello Albano che ammonisce De Angelis, consigliandogli di «non pensare solo all’asl unica ma a creare una rete dell’emergenza sul territorio». Non sono più calmi i toni usati dai rappresentanti della sanità pubblica. Con Antonio Cella (Cgil) che scrive al commissario denunciando la mancata applicazione del nuovo piano ospedaliero regionale che riserva all’ospedale Da Procida la configurazione di un presidio specialistico nel settore della riabilitazione. «Non possiamo assistere quotidianamente allo svuotamento di risorse - scrive Cella - e allo smantellamento in atto da parte della dirigenza che continua a picconare il futuro del presidio». Situazione critica anche a Battipaglia, dove la porta delle sale operatorie si apre solo per gli interventi urgenti. La denuncia parte ancora una volta dalla Cisl che pone l’accento sul differimento di nove interventi programmati e sui turni massacranti (anche di 17 ore) che gli infermieri sono costretti a coprire «senza neanche che venga loro pagato lo straordinario».
Angela Cappetta







