Menu
Cerca Effettua una ricerca

📰 Categorie

📍 Località

Il conservato­rio laicale Santa Maria di Mon­tevergine diventerà un alber­go, venduto dalla Curia

📅 venerdì 15 maggio 2009 · 📰 AttualitàSalerno

Null
Credits Foto

Acquistato da una società immobiliare di Cava de’ Tirreni

fu oggetto di un contenzioso tra Regione e Arcidiocesi

Il conservato­rio laicale Santa Maria di Mon­tevergine diventerà un alber­go. L’ex convento di Salita Montevergine, oggetto di un contenzioso amministrativo tra la Regione Campania e l’Ar­cidiocesi di Salerno, approda­to in Consiglio di Stato, è stato venduto a una società di Cava de’Tirreni, che avrebbe investi­to un milione di euro per ac­quistare l’intero complesso storico. A concludere l’affare è stata l’agenzia «Baratta immo­biliare srl» di Salerno, il cui re­sponsabile Giancarlo Baratta ottenne dall’arcivescovo Gerar­do Pierro, dodici anni fa, pro­cura speciale «con l’incarico di vendere e trasferire a chi creda e per il prezzo che riterrà più conveniente» i beni della curia salernitana. L’agenzia, dopo mesi di trattative anche con imprenditori settentrionali, avrebbe così ceduto il bene al­la cifra di un milione di euro.

IL VALORE STIMATO - Cinque milioni e mezzo in me­no rispetto alla stima immobi­­liare effettuata da un architet­to napoletano, prima di finire tra gli annunci di vendita del­l’agenzia immobiliare e subito dopo il primo sfratto che l’arci­vescovo fece notificare a pa­dre Antonio Tomay e alle ra­gazze madri che occupavano un’ala dell’edificio. Il frate cap­puccino aveva chiesto alla diocesi di acquistare il com­plesso, presentando anche un’offerta economica pur di evitare lo sfratto. La risposta della diocesi fu negativa. Al primo seguirono altri due sfratti, fino a che, un paio di mesi fa, le ospiti di Casa Beta­nia si sono trasferite a via Lin­guiti, lasciando libero il con­servatorio. Sulla cui porta di ingresso, da qualche giorno, compare la scritta «Conserva­torio immobiliare srl». La peri­zia di stima risale al 10 maggio 2007, prima ancora che il Tri­bunale amministrativo di Sa­lerno si pronunciasse sul ricor­so inoltrato da Pierro contro il provvedimento di commissa­riamento emesso dalla Regio­ne Campania.

IL RICORSO AL TAR - Il Tar, chiamato a decidere sulla natura pubbli­ca (regionale) o privata (curia) della struttura, accolse la tesi della diocesi. A quel punto, l’ente regionale ricorse al Con­siglio di Stato (che sembra non si sia ancora pronuncia­to). La natura controversa del conservatorio laicale trae origi­ne da atti documenti. Perché, se da un lato, sul Burc della Campania emerge chiaramen­te che il conservatorio rientra nei beni Ipab (Istituzioni pub­bliche di assistenza e di benefi­cenza), dall’altro gli uffici del­l’agenzia del territorio di Saler­no (servizio pubblicità immo­biliare) ne certificano il contra­rio. Il 13 maggio 2006 (dieci giorni prima del deposito del ricorso nella cancelleria del Tar) fu registrata una nota di trascrizione con cui «con de­creto del monsignor Pierro è stato estinto il conservatorio laicale».

Angela Cappetta

Fonte: corrieredelmezzogiorno.corriere.it

Cilento Notizie su GNews
Leggi il nostro regolamento dei commenti prima di commentare.