AGROPOLI: KATIA RICCIARELLI IN PIAZZA “CANTA” LA SUA VITA
di Marisa Russo | Blog“La mia vita melodrammatica” è il sottotitolo del testo, edito dalla PIEMME Incontri, e Katia Ricciarelli ha comunicato al pubblico con semplicità ed umiltà, spesso non assente da una vena ironica, molto del suo melodramma privato in esso espresso.
Il suo volto d’angelo dalla pelle diafana, lo sguardo ceruleo ed i biondi capelli, bello al di là del tempo, favoriva il suo grande carisma, quella intensità che i disagi ed i dolori della vita sanno infondere nell’essere molto più delle gioie e del successo.
E’ stata accolta dal benvenuto della rappresentante della libreria Mondadori ed organizzatrice, a cui non è mancato un richiamo dell’Artista alla scomodità delle poltrone dell’allestimento, e dell’Assessore alla Cultura Francesco Crispino che la definiva tenore, suscitando una loquace espressione della famosa soprano che ha permesso una liberatoria risata collettiva dando il via ad una calda intesa.
Intervistata da CARROZZO, che ha eseguito la stesura del libro, Ricciarelli ha dominato anche questa volta la scena, rivelando la sua difficile infanzia, concepita in un campo di patate in Germania dove i genitori erano andati per il lavoro agrario, rinnegata da un padre di cui dice non aver mai sentito la mancanza e per l’amore intenso della mamma e per la convinzione che un tal padre è meglio non averlo!
Indimenticabile la sua prima giovinezza vissuta nella povertà, ma nella quale non è mancato un “angelo custode” vicino di casa, che, affascinato dall’ ascolto casuale del suo canto, si offrì di mantenerla agli studi, permettendole, con l’aiuto della sua tenacia, di raggiungere poi quei tanti successi.
Il suo grande amore fu il grande tenore Josè Carreras, nato come un colpo di fulmine reciproco e poi durato con grande passione per tredici anni.
All’incalzare di Carrozzo per farla parlare del suo matrimonio e relativa rottura con Pippo Baudo, evitando di dare risposte esaustive, si faceva comprendere con poche chiare parole “non voglio ricordare che le cose belle di quell’unione!” e non ne citava, quindi, rispondendo alla richiesta di definire la prima notte di nozze, ha risposto “è tra le cose che non voglio ricordare!”.
Citando qualcuna delle protagoniste delle opere da lei interpretate, in ognuna delle quali ritrova una parte di sé, delle quali nel libro scrive proponendone una decina, ha espresso una critica profonda da donna intelligente e libera.
Questa donna intensa e sensibile, sempre alla ricerca dell’amore, non esaltata ed appagata solo dal suo grande successo, che da bimba raccoglieva ovunque i fiori che non poteva comprarsi, poi omaggiata ovunque da grandi fasci di fiori pregiati, cerca ancora quell’unico “fiore” che è riuscita a cogliere solo in un periodo della sua vita, il fiore dell’AMORE, il cui profumo pervade questo libro!!

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