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Castellabate intitola una strada al medico condotto Domenico Tata

📅 venerdì 22 maggio 2009 · 📰 ComuniCastellabate

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È stato medico condotto ed ufficiale sanitario del Comune di Castellabate per quasi 30 anni. Sabato 23 maggio il suo paese lo ricorderà intitolandogli una strada del capoluogo. La cerimonia di scoprimento della targa avrà inizio alle ore 18,30. Saranno presenti autorità civili e militari. L'iniziativa è stata sancita con delibera di Giunta comunale (n. 277 del 12 novembre 2008). Domenico Tata nacque a Castellabate il 13 gennaio 1876 da Pietro e Angelina Matarazzo. Studiò a Napoli e conseguì la laurea in medicina con il massimo dei voti. All'età di 31 anni si trasferì a S. Paolo del Brasile, dove venne assunto presso l'ospedale Umberto I fino a divenire uno dei massimi dirigenti del complesso ospedaliero.

In Brasile sposò Maria Degni e qui gli nacquero i suoi primi 4 figli: Angelina, Giovanna, Pietro ed Elena. Allo scoppio della prima guerra mondiale, non esitò a compiere il suo dovere di italiano in difesa della patria. Abbandonò la posizione privilegiata in Brasile e raggiunse Castellabate con la famiglia. Arruolatosi come volontario, fu assegnato a Gorizia in un ex ospedale austriaco come ufficiale medico. Grazie alla sua bravura professionale e alla sua profonda umanità riuscì a salvare numerosi soldati feriti. Per le qualità dimostrate venne promosso al grado di maggiore medico ed inviato all'ospedale militare di stanza a Cava de' Tirreni. Dopo la guerra non rientrò in Brasile a riprendere il posto di rilievo, ma decise di rendersi utile agli abitanti del suo paese. Dal 1919 al 1946 fu infatti medico condotto ed ufficiale sanitario del Comune di Castellabate. Qui gli nacquero altri 4 figli: Nilde, Teresa, Arnolfo e Laura. Non era facile fare il medico in un piccolo centro, mal collegato con le grandi realtà urbane. Eppure Domenico Tata fu in grado di intervenire in tutti i settori della medicina e della chirurgia e la gente riponeva in lui grande fiducia. Si spostava in contrade lontane a piedi o a dorso di asino, di giorno e di notte. E ai diseredati che bussavano al suo studio non offriva solo assistenza medica, ma anche l'ospitalità alla sua mensa. Adibì perfino una sua casa a ricovero sanitario, dove gli ammalati potevano ricevere un pasto caldo e cure amorevoli. Il 2 giugno del 1946, proprio mentre in tutta Italia si svolgeva il referendum tra monarchia e repubblica, anche se non stava bene si fece accompagnare da un figlio presso un paziente che era stato colto da malore. Dopo averlo visitato e prescritto le medicine, fu colto da un ictus e si spense serenamente. Il suo nome e il suo operato è ancora vivo in quanti lo conobbero e lo ebbero come medico. L'intitolazione di una strada di Castellabate renderà eterno il suo ricordo e potrà far conoscere questa figura esemplare di medico anche alle nuove generazioni.

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