Il Parco del Cilento mette in vendita i cinghiali, vivi
L’Ente ha pubblicato infatti nei giorni scorsi un bando pubblico per stipula di contratto di durata annuale per la vendita di esemplari vivi di cinghiale catturati nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
«Nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni – si legge nel provvedimento a firma del direttore De Vita – dovranno essere effettuate operazioni di contenimento della fauna selvatica a scopo di riequilibrio ambientale, attraverso la cattura di esemplari vivi di cinghiale». L’Ente Parco intende pertanto procedere «alla stipula di un contratto che impegni per un anno un'impresa all'acquisto di tali animali». Le ditte interessate sono invitate a formulare un'offerta entro le 12 del prossimo 15 settembre: l’aggiudicazione verrà operata all'impresa che avrà offerto il prezzo complessivamente più alto sui soggetti da alienarsi.
«La cattura dei cinghiali – spiega il direttore dell’Ente Parco, Angelo De Vita - è prevista nel piano di azione per la gestione degli ungulati, oltre all’abbattimento selettivo con l’utilizzo dei sele-controllori. Ma la più complessa – precisa - è la fase successiva: una volta catturato l’animale risulta molto farraginosa la procedura per gestirlo, qualora si volesse, ad esempio, creare una filiera. Una procedura più snella che abbiamo pensato quindi è quella di mettere in vendita esemplari vivi. In Italia – sottolinea - esistono aziende faunistiche che sono abilitate a prendere gli animali catturati, che vengono poi monitorati nelle fasi successive fino alla loro macellazione».
La procedura è la seguente: «gli animali vengono catturati solo in seguito dell’interesse di uno o più soggetti, tramite strumenti di cattura contemplati da Ministero ed Ispra, quali ad esempio i recinti di cattura. Gli esemplari non verranno prelevati a caso ma solo nelle zone dove vi è un’alta densità, in modo da ristabilire un equilibrio naturale». Tale operazione viene resa possibile dal fatto che l’Ente Parco monitora le varie aree e quindi ben conosce quanti esemplari ci sono in quella determinata zona e quanti sono quelli in sovrannumero».







