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Scandalo olio extravergine, come riconoscere quello buono secondo la Coldiretti

“L’Italia deve difendere il proprio patrimonio”
Attenzione sotto 6-7 euro, guardare anno produzione

📅 giovedì 12 novembre 2015 · 📰 AttualitàCilento

12112015 olio art

Se si vuole acquistare un buon extravergine italiano bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione. Così la Coldiretti, che, in riferimento alla maxi inchiesta condotta dal Procuratore di Torino, Raffaele Guariniello, sottolinea che, peraltro, che il valore aumenta a seconda delle diverse provenienze territoriali.

Il consiglio della Coldiretti è anche quello di guardare la scadenza e preferire l’extravergine nuovo guardando l’annata di produzione che molti indicano volontariamente in etichetta. In vendita c’è anche l’olio 2014 che è stato drammatico per il made in Italy con la produzione che è scesa al minimo storico di 300.000 tonnellate, mentre le importazioni, utilizzate spesso per miscelare quello nostrano, hanno raggiunto - sottolinea la Coldiretti - le 666.000 tonnellate di olio di oliva e sansa, con un aumento del 38 % che sale addirittura al 748 % per quello arrivato dalla Tunisia.

Quest’anno, invece, il raccolto in Italia è buono - precisa la Coldiretti - con un aumento stimato in oltre il 30 % della produzione di olio sul 2014, con una qualità ottima per l’andamento climatico favorevole. Sul 2014, uno dei più neri della storia dell’olivicoltura italiana, la produzione 2015 dovrebbe risalire - continua Coldiretti - a 400.000 tonnellate, pur rimanendo sotto la media storica (intorno alle 500.000 tonnellate).


In compenso - rileva Coldiretti - la qualità delle olive è ottima grazie anche al caldo che ha limitato gli attacchi della mosca olearia. Proprio la mosca era stata, assieme al maltempo, una delle cause del crollo produttivo fatto registrare lo scorso anno. L’Italia è infatti il primo importatore mondiale di oli di oliva che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri”.

Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette ed acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica. Le avvertenze per il consumatore sono peraltro accompagnate da una incisiva attività di controllo da parte delle forze dell’ordine che hanno portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro grazie a oltre 6 mila controlli sul comparto da parte dell’Ispettorato repressione frodi. Una attività importante che va sostenuta con l’attuazione della rigorosa cornice normativa definita con la legge 9 del 2013 fortemente sollecitata dalla Coldiretti che ha introdotto importanti misure per la trasparenza nel settore. Bisogna applicare - precisa la Coldiretti - le norme previste a partire dal controllo di regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata per cui, ad esempio, l’olio d’oliva viene spacciato per l’olio extravergine d’oliva e l’olio di sansa passa per olio d’oliva. Inoltre - continua la Coldiretti - servono i controlli per la valutazione organolettica del prodotto che consentirebbero di distinguere e classificare gli oli extravergini d’oliva individuandone le caratteristiche mentre bisogna fissare le sanzioni per il mancato uso obbligatorio dei tappi antirabbocco nella ristorazione dove continuiamo a trovare le vecchie oliere indifferenziate.

“L’Italia deve difendere il proprio patrimonio in un settore strategico del made in Italy con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari coltivati, con un fatturato del settore stimato in 2 miliardi di euro e con un impiego di manodopera per 50 milioni”, ha concluso il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

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