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Centro regionale di riproduzione del Capriolo italica, 10 anni fa si partì nel Cilento

Avviato il nuovo centro di riproduzione regionale del Capriolo italico nella Foresta Demaniale Cerreta Cognole (prov. di Salerno)

📅 domenica 22 novembre 2015 · 📰 AmbienteCilento

22112015 capriolo italico nel cilento
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Comunicato Stampa

Venerdì 21 novembre si è concluso il primo ciclo di liberazioni di Capriolo italico nella Foresta Demaniale Regionale Cerreta Cognole, realizzato dalla Regione Campania con l’assistenza tecnica dell’Istituto di Gestione della Fauna.

Il capriolo italico è un ceppo genetico di questa specie, tipico dell’Appennino Italiano, le cui popolazioni sono estinte in buona parte del suo areale originario, ad eccezione di piccoli nuclei sopravvissuti sul Gargano, sui Monti di Orsomarso in Calabria e nella tenuta Presidenziale di Castelporziano. Un nucleo più consistente è invece presente nelle Provincie di Grosseto e Siena, da dove provengono gli individui reintrodotti circa 10 anni fa nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che hanno ricostituito popolazioni stabili nell’area protetta costituendo attualmente l’unico nucleo selvatico presente in Campania.


Per estendere l’areale del Capriolo italico in Campania nei territori in cui era presente fino agli anni ’50, l’Assessorato all’Agricoltura e le Foreste della Regione Campania, tramite il Servizio Provinciale Territoriale di Salerno, ha realizzato un progetto di riproduzione allo stato semilibero utilizzando proprio gli spazi della Foresta Demaniale Cerreta Cognole, utilizzata in passato per la produzione di cinghiali, cervi e daini.

“La Foresta Cerreta Cognole - dice il Direttore dott. Adriano Di Biase - dispone di personale altamente specializzato per questo tipo di attività, che ha acquisito importanti esperienze di gestione faunistica in decenni di attività e che costituiscono un patrimonio di risorse umane di cui la Regione può a ben ragione vantarsi. L’utilizzo della Foresta per la riproduzione di Capriolo italico ha richiesto un significativo impegno per la riconversione delle strutture presenti e per realizzarne di nuove”.

Il progetto ha previsto le prime liberazioni agli inizi del 2015 e con quelle realizzate nei giorni scorsi si è giunti a un nucleo di 11 animali, che vengono continuamente controllati dagli zoologi dell’Istituto di Gestione della Fauna. “I nostri ricercatori - afferma il presidente dell’Istituto dott. Gabriele de Filippo - utilizzano tecniche diverse per seguire gli animali presenti in foresta: i radiocollari, di cui sono dotati i caprioli, che trasmettono tramite onde radio le informazioni sulla loro presenza; le fototrappole, disposte in diverse zone della foresta, che si azionano automaticamente al passaggio degli animali, registrandone il comportamento; le termocamere, che consentono ai ricercatori di rilevare la presenza di animali di notte nella foresta lungo percorsi prestabiliti di rilevamento.
Tutti gli animali liberati si sono perfettamente ambientati e, nonostante il progetto sia ancora agli inizi, si è avuta già la nascita di un primo capriolo, che ora scorrazza libero nella foresta con la madre”.

fotografia @Gabriele de Filippo

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