PROSTITUZIONE: DENUNCIA CONTRO IL PROGETTO “ZONING”
di Marisa Russo | BlogIl Progetto “Zoning” prevede una politica di zonizzazione per la prostituzione con la scelta di uno spazio territoriale ad essa dedicata.
È stato dichiarato, in grandi linee, che lo “zoning” mira alla protezione sociale di coloro che decidono di uscire dal sistema nonché al recupero delle/dei sex workers, nel tentativo di ridurre il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione.
“Tali obiettivi e progetti contrastano però_affermano le Associaziomi firmatarie della denuncia_ con una concreta e probabile riduzione del fenomeno dello sfruttamento della prostituzione, con il recupero delle prostitute e soprattutto con le leggi vigenti nel nostro Paese.”
La legge. 75 del 1958 ( Legge Merlin), ha sancito la chiusura delle case di prostituzione ed ha vietato ogni genere di attività di meretricio in luoghi determinati e conosciuti al pubblico. L’art. 3, n. 8, prevede, altresì, la punibilità di “chiunque, in qualsiasi modo, favorisca la prostituzione altrui”.
Prostituzione, dal punto di vista etimologico, significa “porre davanti” (da prostituere), ovvero porre in vendita. Da ciò possiamo facilmente individuare il fenomeno sotto due aspetti differenti, anche se strettamente connessi tra di loro.
Da un lato, in effetti, la prostituzione viene considerata come qualsiasi tipologia di prestazione sessuale, da chiunque eseguita, dietro corresponsione di un prezzo. Sotto un diverso punto di vista viene posto l’accento sulla condizione di sottomissione, in cui viene a trovarsi il soggetto dedito alla prostituzione, altamente lesiva della dignità umana.
Il 26 Novembre 2015, in seguito alla giornata Mondiale contro la violenza alle donne, è stato depositato presso la Procura di Napoli l’esposto denuncia avente per oggetto le palesi violazioni del progetto “Zoning”, con rilevanza penale, delle leggi che puniscono e perseguono lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione. Elvira Reale per l’Associazione “Salute donna”, Clara Pappalardo per l’Associazione “Arcidonna” di Napoli e Stefania Cantatore per l’Associazione Udi di Napoli, sono le firmatarie rappresentanti di tante donne.
Tali iniziative che mirano a svilupparsi su tutto il territorio nazionale a vario titolo_afferma la denuncia: “tendono a legalizzare le attività criminali che mercificano “le prestazioni sessuali”, costituiscono inoltre un grave ostacolo alle politiche antitratta di esseri umani: sono pubblici i dati che dimostrano, sul territorio Europeo, l’inclusione violenta, per inganno e coercizione, di donne non native, ridotte in schiavitù, nella forza lavoro del mercato prostitutivo criminale”.
Alleghiamo la denuncia.
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