“Mosaico”, la prima mostra collettiva nel nuovo spazio di Santa Croce a Sapri
La passione e le idee che ci vedono impegnati da oltre 4 anni nella città di Sapri hanno assunto forme diverse. Nel 2012 la nascita del festival Oltre il Muro, un evento di pochi giorni volto a modificare la percezione di uno spazio in semiabbandono attraverso diverse espressioni artistiche; nel 2013 e 2014 la diffusione degli interventi di arte pubblica in tutta la città, dalle periferie al centro storico;
nel 2015 la nascita di Incipit, un progetto che ha coinvolto varie città, da Marina di Camerota a Trecchina, in cui l’arte pubblica è stata arricchita da interventi di land art, laboratori ed installazioni, collaborazioni con associazioni, scuole e cittadini, per sottolineare il nostro obiettivo di intervenire in modo continuativo nel tessuto culturale e sociale del nostro contesto.
Oggi questo grande mosaico di esperienze si arricchisce di un nuovo tassello molto importante: l’apertura dello spazio a Santa Croce, luogo simbolo per tutti gli abitanti sapresi, anch’esso in stato di semiabbandono dopo la chiusura della Scuola avvenuta alcuni anni fa, dove le ceramiche ed i marmi di inizio Novecento faranno da cornice alle opere degli artisti che hanno lavorato qui con noi dal 2012 ad oggi: gli spagnoli Escif, Borondo e Pablo S. Herrero, il francese Mto, le argentine Hyuro e Milu, il messicano Malov, gli italiani Edoardo Tresoldi, Alice Pasquini, Cyop&Kaf, Alleg, Opiemme, Diego Miedo e Nicozazo, fino ad arrivare ai contributi dei nostri concittadini Gennaro Ricco, Maurizio Villé, Roberto D’Agostino, Antonio Polito, Rosa Mannarino ed Angela Mirabelli, in un dialogo tra artisti globali e locali che ha caratterizzato da sempre il nostro progetto, arricchendolo di significati.
Un “Mosaico” formato da tante tessere, ognuna di esse autonoma, specifica e diversa dalle altre, ma collegata ad un progetto generale, che ne è parte essenziale, in quanto al suo interno svolge una funzione in termini di rappresentazione, colore, sfumature.
Una visione altra dei luoghi che mira da una parte a conservarli, recuperandoli e riaprendoli all’utilizzo da parte del pubblico, e dall’altra a rinnovarli attraverso proposte artistiche contemporanee e d’avanguardia, mettendo in discussione l’inviolabilità di siti storici privi di vita, ed evitando che questi luoghi restino congelati nella memoria come cartoline turistiche ingiallite e stereotipate.
Mosaico come metafora per mettere in relazione tra di loro individualità e contesto, locale e globale, per far dialogare tra di loro epoche diverse: tradizione e contemporaneità, conservazione ed innovazione. Una conservazione dinamica che permetta di collegare il passato al presente, con la consapevolezza che l’arte (pubblica e non) non è sufficiente a far rinascere un luogo o una comunità, ma possa funzionare da incipit per riattivare relazioni umane, dialoghi e visioni altre della città da parte di tutti i suoi abitanti.
20 artisti molto eterogenei, ma che attraverso i loro interventi e la loro voglia di mettersi in gioco nel nostro contesto hanno dato vita ad un forte dialogo col territorio, un meccanismo di scambio reciproco che ha generato un mosaico di storie da raccontare.
Questa mostra collettiva rappresenta un momento di sintesi del percorso fatto insieme.





