Perdita di biodiversità, mimose aliene ancora presenti alla Cala del Cefalo
L’introduzione di specie aliene, come sottolinea Paolo Abbate, attivista per l'ambiente, sono una delle cause più importanti della perdita di biodiversità, Pertanto l’Art 12 del DPR 120/03 vieta qualsiasi introduzione di specie aliene. Gli habitat dunali sono tra quelli più rari e a rischio d’estinzione a causa di attività antropiche e alla introduzione appunto di specie aliene.
Malgrado ciò, su l’area dunale della Cala del Cefalo, zona Sic e Zps del Parco del Cilento e Vallo di Diano, si assiste ormai da alcuni anni alla proliferazione di specie di mimosa gigante. Specie aliena, questa, introdotta dall’Australia, che per la sua natura invasiva sta soffocando appunto specie autoctone caratteristiche del sistema dunale della Cala.
Nel 2013 il fatto fu segnalato al Parco che provvide nell’anno successivo ad esportare la corteccia circoncidendo per 40 cm alla base del tronco (“morte in piedi”).
Tuttavia alcune piante di mimosa non autoctona sono ancora vive e in fiore su l’area dunale protetta, sebbene trattate con l’asportazione suddetta - che doveva essere ripetuta come promesso dal parco - con il pericolo di soffocamento delle specie autoctone e perdita pertanto della biodiversità presente sulla duna, cosiderata “un sistena dunale integro e competo”.
Si fa presente inoltre che esistono ancora nel “giardino” della discoteca Ciclope davanti l’area dunale alberi alieni di eucalipto, palme, bucanville, pitosforo, oleandro e grosse mimose, dalle quali è partita con molta probabilità la diffusione delle specie invasive non autoctone.
Si chiede che questa fonte di diffusione, conclude Paolo Abbate, sia finalmente rimossa in modo deciso, se vogliamo proteggere la rara biodiversità della duna della Cala.

C.STAMPA PAOLO ABBATE







